Giudice federale contro la Casa Bianca: vittoria per l'Associated Press e la libertà di stampa

Una sentenza stabilisce che l'amministrazione non può negare l’accesso agli eventi ufficiali in base alle opinioni dei reporter. L’Associated Press ottiene un’ingiunzione per rientrare nello Studio Ovale e sull’Air Force One, rafforzando i diritti garantiti dal Primo Emendamento.

Giudice federale contro la Casa Bianca: vittoria per l'Associated Press e la libertà di stampa

Un giudice federale ha stabilito che la Casa Bianca non può escludere i giornalisti dagli eventi ufficiali a causa delle loro opinioni, riconoscendo all’Associated Press (AP) il diritto di partecipare nuovamente a occasioni stampa come gli incontri nello Studio Ovale e i viaggi presidenziali a bordo dell’Air Force One. La decisione, annunciata martedì dal giudice distrettuale Trevor N. McFadden, rappresenta un'importante conferma delle tutele previste dal Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti in materia di libertà di stampa.

Il pronunciamento del tribunale arriva in risposta a una causa intentata dall’AP alla fine di febbraio contro tre funzionari dell’amministrazione Trump. L’agenzia giornalistica sosteneva che i suoi reporter erano stati ingiustamente esclusi da eventi ufficiali, in violazione di quanto prevede la Costituzione. Secondo l’Associated Press, il governo avrebbe attuato una discriminazione basata sul contenuto delle opinioni espresse, una pratica che, secondo i legali dell’agenzia, contraddice i principi fondamentali di una stampa libera.

Nella sua motivazione, il giudice McFadden ha sottolineato che "se il Governo apre le sue porte ad alcuni giornalisti – che sia nello Studio Ovale, nella Sala Est o altrove – non può poi chiudere quelle porte ad altri giornalisti a causa delle loro opinioni". Ha poi aggiunto: "La Costituzione non richiede di meno", affermando con chiarezza che la selezione dei media ammessi non può avvenire sulla base di criteri ideologici o editoriali.

La decisione del tribunale ha concesso un’ingiunzione favorevole all’AP, costringendo la Casa Bianca a revocare le restrizioni precedentemente imposte. Si tratta di una svolta rispetto a una precedente valutazione del caso, quando un altro giudice aveva respinto la mozione d’urgenza dell’agenzia, chiedendo ulteriori chiarimenti sulle circostanze specifiche dell’esclusione.

La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di rapporti tesi tra l’amministrazione Trump e il mondo dell’informazione. Nel corso degli anni, la Casa Bianca ha più volte cercato di limitare l’accesso di alcuni media ai canali ufficiali. Un episodio recente ha coinvolto il Dipartimento della Difesa, che a febbraio ha comunicato a testate come NPR, NBC News, Politico e CNN che i loro spazi di lavoro sarebbero stati ceduti a media ritenuti più vicini all’area conservatrice, come Washington Examiner, Daily Caller e Newsmax.

Secondo quanto riportato da Axios, la Casa Bianca stava inoltre valutando interventi per modificare la disposizione dei posti nella sala stampa, un compito che tradizionalmente è affidato alla White House Correspondents' Association. Questo tentativo di riorganizzazione è stato interpretato come parte di un più ampio sforzo per esercitare maggiore controllo sulla copertura giornalistica delle attività presidenziali.

Non si tratta della prima volta in cui l’amministrazione Trump si confronta con l’accusa di voler limitare l’accesso dei giornalisti agli eventi pubblici. Già durante il primo mandato, alcuni tentativi di escludere specifici reporter furono oggetto di ricorsi giudiziari che portarono a sentenze sfavorevoli per la Casa Bianca. Quei precedenti hanno avuto un ruolo determinante nell’orientare anche la decisione attuale.

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