Gary Peters si ritira dal Senato. Pete Buttigieg si prepara a candidarsi alle midterm 2026?

La notizia del ritiro del senatore democratico Gary Peters, eletto per la prima volta nel 2015 e protagonista negli ultimi due cicli elettorali alla guida della campagna per la maggioranza al Senato, ha colto di sorpresa la politica americana come un fulmine a ciel sereno.
La sua decisione spalanca la strada a una competizione serrata alle elezioni di midterm del 2026 in uno Stato che, nel novembre 2024, ha visto la vittoria di stretta misura di Donald Trump per la seconda volta in 8 anni.
L'uscita di scena di Peters apre ora uno scenario politico inedito. Il Partito Repubblicano è convinto, infatti, di poter sfruttare l’occasione per ottenere un altro seggio chiave al Senato per consolidare la sua maggioranza, soprattutto dopo aver sfiorato la vittoria già nel 2024, quando per un soffio non è riuscito a conquistare il seggio lasciato libero dalla senatrice democratica Debbie Stabenow.
Tim Scott, presidente del Comitato Senatoriale Repubblicano (NRSC), ha commentato che “il Michigan è meglio senza Peters”, rilanciando la necessità di un candidato che supporti Trump e restituisca stabilità economica al Paese.
Un ritiro inaspettato e un seggio in bilico
Nella sua intervista a Detroit News in cui ha annunciato il ritiro, Peters ha sottolineato come non avesse mai considerato il Congresso una tappa professionale a vita, ribadendo la volontà di passare il testimone a una nuova generazione di leader.
Sul versante democratico, ci sono ora diverse figure di spicco pronte a sostituirlo come la governatrice Gretchen Whitmer e, soprattutto, Pete Buttigieg, ex Segretario ai Trasporti e già sindaco di South Bend, in Indiana.
Buttigieg ha costruito un robusto network nazionale di sostenitori e donatori durante la sua lunga corsa alle primarie presidenziali del 2020, quando riuscì addirittura a vincere le caotiche caucus in Iowa.
Ora vive in Michigan insieme al marito, con l’obiettivo di crescere i loro due figli proprio nello Stato d’origine della sua famiglia acquisita e prima della notizia di oggi, si parlava spesso di una sua possibile candidatura come governatore.
I rumor su una sua discesa in campo al Senato si sono fatti sempre più insistenti nelle ultime ore: fonti a lui vicine confermano che Buttigieg sta “valutando seriamente” la candidatura, anche per dare un seguito concreto al suo impegno in favore dei democratici, testimoniato dal suo rilevante contributo come “ambasciatore” e finanziatore della campagna di Joe Biden nel 2024.
La scelta di Buttigieg non sorprenderebbe, viste le sue continue apparizioni in sostegno ai candidati del partito e la sua ormai riconosciuta capacità di parlare anche all’elettorato moderato.
Lo scenario per il 2026
Se Buttigieg dovesse alla fine sciogliere favorevolmente la riserva, potrebbe giocare la carta di una leadership giovane ma allo stesso già rodata a livello nazionale.
L’entità dei fondi che Buttigieg è in grado di mobilitare potrebbe confermare il Michigan come una delle corse al Senato più costose e osservate del 2026, proseguendo il trend di competizioni al cardiopalma in uno Stato che, per la sua storica importanza nell’industria automobilistica e sindacale, è da sempre considerato come un barometro del clima politico nazionale.
Al momento, l’unica certezza è che il Michigan si prepara a vivere una altra sfida elettorale di prim’ordine, capace di catalizzare su di sé l’attenzione di entrambi i partiti e, con ogni probabilità, dell’intero Paese in vista delle elezioni di midterm.