Funzionari del Dipartimento di Stato spingono per sbloccare ulteriori fondi per l'Ucraina
Gli sforzi evidenziano disaccordi interni nell'Amministrazione Trump sul trattamento da riservare a Kyiv.

Alti funzionari del Dipartimento di Stato americano stanno compilando un elenco di ulteriori esenzioni al congelamento degli aiuti esteri per l'Ucraina, che potrebbero dare al Paese est europeo accesso ad alcuni aiuti economici e relativi alla sicurezza attualmente bloccati, secondo quanto riportato in esclusiva da Politico.
Se attuate, queste esenzioni andrebbero oltre quelle che il Segretario di Stato Marco Rubio ha già concesso a livello mondiale per l'assistenza "salvavita essenziale", vale per finanziare programmi come lo sminamento e il controllo degli stupefacenti, secondo Politico.
Di cosa stiamo parlando?
Le esenzioni proposte includono infatti anche i conti che supervisionano i fondi per sostenere le istituzioni democratiche e la società civile dell'Ucraina, indicati internamente come iniziative di transizione e i cosiddetti fondi di assistenza all'Europa, all'Eurasia e all'Asia centrale (AEECA).
Secondo il documento, non sarebbero invece permesse deroghe di alcun tipo per programmi che incoraggiano la diversità, l'equità e l'inclusione (DEI).
Non è chiaro se sia in preparazione un'esenzione anche per i (pochi) finanziamenti militari all'estero controllati dal Dipartimento di Stato per l'Ucraina, che è appena entrata nel suo quarto anno di resistenza contro l'invasione russa su larga scala.
Il Congresso ha finora stanziato più di 4 miliardi di dollari per gli aiuti di questo tipo all'esercito ucraino, gran parte dei quali destinati a una serie di spese, dall'ottenimento di armi come i missili javelin a equipaggiamenti come le radio.
A livello pratico, non è chiaro però il fatto che ulteriori aiuti all'Ucraina possano giungere effettivamente a Kyiv anche in presenza di nuove esenzioni, dato che le deroghe già approvate per gli aiuti umanitari sono state in gran parte bloccate.
Il Dipartimento di Stato ha evitato di rispondere a una domanda sull'eventuale concessione di nuove deroghe per l'Ucraina, affermando in una dichiarazione che:
"I programmi che servono gli interessi della nostra nazione continueranno. Tuttavia, i programmi che non sono allineati con il nostro interesse nazionale non proseguiranno".
Uno scontro interno all'Amministrazione Trump?
Dal punto di vista politico, tuttavia, gli sforzi per ampliare le esenzioni per l'Ucraina suggeriscono la presenza di profonde divisioni all'interno del team di Trump su come gestire i rapporti con Kyiv.
La scorsa settimana, il presidente Donald Trump aveva attaccato verbalmente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky definendolo come "un dittatore senza elezioni" mentre perseguiva colloqui di pace con la Russia, alimentando i timori che Washington potesse abbandonare completamente Kyiv al suo destino.
L'Amministrazione Trump ha persino fatto campagna contro l'Ucraina al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite questa settimana per cercare di impedire l'approvazione di una risoluzione che condannasse la Russia per l'invasione dell'Ucraina.
Tuttavia, alcuni collaboratori di Trump, tra cui Keith Kellogg, l'inviato speciale per Russia e Ucraina, e Rubio, sono stati più critici nei confronti della Russia, anche se con cautela o in colloqui privati.
Pressioni anche dal Congresso
Anche la senatrice democratica Jeanne Shaheen, membro di spicco della Commissione Affari Esteri del Senato, ha chiesto a Rubio di dare priorità alle deroghe che consentono l'invio di aiuti all'Ucraina.
Ha affermato di aver visto in prima persona in che modo il congelamento degli aiuti statunitensi stesse danneggiando i civili ucraini durante una recente visita in Ucraina e Polonia.
Un'organizzazione in Polonia che forniva assistenza per la salute mentale ai rifugiati ucraini non era più in grado di curare i pazienti, tra cui una giovane donna che si era fatta del male, a causa della mancanza di finanziamenti, ha dichiarato Shaheen.
"È stato straziante", ha aggiunto, sottolineando che il congelamento degli aiuti "mina il nostro interesse nazionale".