Financial Times: l'Iran ha ancora quasi tutte le scorte di uranio

I servizi di intelligence europei ritengono che i 408 kg di materiale altamente arricchito fossero distribuiti altrove e non nei siti colpiti dai bombardamenti.

Financial Times: l'Iran ha ancora quasi tutte le scorte di uranio

Le scorte di uranio altamente arricchito dell'Iran sono rimaste sostanzialmente intatte dopo gli attacchi degli Stati Uniti ai principali siti nucleari del Paese. Lo riportano fonti dei servizi di intelligence europei citate dal Financial Times, secondo cui i 408 km di uranio arricchito al 60% non si trovavano presso l'impianto di Fordow ma erano distribuiti in altre località non colpite dalle operazioni militari.

Gli Stati Uniti hanno attaccato le strutture nucleari iraniane nella notte del 22 giugno, prendendo di mira gli impianti di arricchimento di Fordow e Natanz, oltre a un deposito di Isfahan. Nonostante l'ampiezza dell'operazione, condotta insieme a Israele, una porzione significativa del materiale fissile iraniano sembra essere sfuggita alla distruzione.

Le condizioni americane per i negoziati

Washington intende ora presentare all'Iran tre richieste fondamentali per un eventuale ritorno ai negoziati: il divieto totale di arricchimento dell'uranio su suolo iraniano, la rimozione completa di tutto l'uranio altamente arricchito accumulato dal paese, e limitazioni severe sulla produzione futura di missili. Secondo quanto emerso mercoledì, è previsto un nuovo round di colloqui per la prossima settimana, il primo dall'inizio della campagna militare.

Queste condizioni confermano però indirettamente che non tutto l'uranio arricchito iraniano è stato eliminato durante gli attacchi congiunti americano-israeliani. Alla vigilia della campagna militare, l'International Atomic Energy Agency aveva confermato che l'Iran aveva accumulato 408,6 kg di uranio arricchito al 60%, una quantità sufficiente per produrre più di dieci ordigni nucleari se ulteriormente arricchito al livello militare del 90%.

Preoccupazioni su accelerazione del programma nucleare

Washington e Tel Aviv temono che, se l'Iran manterrà ancora una porzione considerevole di questo materiale, il Paese potrebbe segretamente accelerare le proprie ambizioni nucleari o sviluppare un'arma atomica. Per questo motivo, le agenzie di intelligence stanno dando priorità assoluta a una sorveglianza stretta per garantire che Teheran rimanga lontana dalla capacità nucleare militare.

La richiesta americana porta con sé un avvertimento implicito: se l'Iran dovesse rifiutare di consegnare il suo uranio arricchito, rischierebbe di affrontare un nuovo attacco militare. Le stesse precondizioni erano state proposte durante negoziati precedenti che avevano preceduto la campagna lanciata il 13 giugno. All'epoca, l'Iran le aveva respinte categoricamente, insistendo sul proprio diritto di continuare l'arricchimento dell'uranio.

Dopo i bombardamenti, il presidente Donald Trump ha dichiarato che il programma nucleare iraniano è stato completamente distrutto. Tuttavia, quando CNN e The New York Times hanno riportato, citando fonti dei servizi di intelligence, che gli attacchi americani hanno solo rallentato lo sviluppo iraniano di alcuni mesi, Trump ha duramente criticato questi organi di informazione, accusandoli di diffondere notizie false.

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