Fact-check: ci sono davvero dei centocinquantenni che ottengono le pensioni negli Stati Uniti, come afferma Musk?

Le affermazioni di Elon Musk sul presunto spreco di fondi pubblici vengono messe in discussione da specialisti del settore, che individuano nella tecnologia obsoleta la vera origine dell'anomalia.

Fact-check: ci sono davvero dei centocinquantenni che ottengono le pensioni negli Stati Uniti, come afferma Musk?

La polemica sulla gestione dei fondi della previdenza sociale americana si accende dopo le dichiarazioni di Elon Musk, che durante una conferenza stampa alla Casa Bianca ha denunciato presunte frodi nei pagamenti dei benefici previdenziali.

Al centro dell'attenzione, un'anomalia nei database che mostrerebbe beneficiari ultracentenari, alcuni addirittura di 150 anni.

Le accuse di Musk e il progetto DOGE

Il Department of Government Efficiency (DOGE), progetto guidato da Musk, sostiene di aver scoperto irregolarità significative nel sistema previdenziale americano.

Durante l'incontro con la stampa nello Studio Ovale, al quale ha partecipato anche suo figlio, l'imprenditore ha affermato che:

"Un esame superficiale dei dati della Social Security ha rivelato l'esistenza di beneficiari che hanno 150 anni. Ora, conoscete qualcuno di 150 anni? Io no. Dovrebbero essere nel Guinness dei Primati... Quindi penso che probabilmente siano morti."

Musk ha successivamente pubblicato sulla sua piattaforma X uno screenshot che, secondo le sue affermazioni, proverrebbe dal "database della Sicurezza Sociale", suggerendo l'esistenza di oltre 10 milioni di beneficiari ultracentoventi.

"Forse Twilight è reale e ci sono molti vampiri che riscuotono la pensione sociale", ha commentato ironicamente il consigliere di Trump.

La spiegazione tecnica dell'errore

Gli esperti di programmazione hanno rapidamente individuato una spiegazione più prosaica per questa apparente anomalia.

Il sistema della Social Security Administration (SSA) si basa infatti su COBOL, un linguaggio di programmazione risalente a 60 anni fa, ancora utilizzato da numerose agenzie governative statunitensi.

La particolarità di COBOL sta nella sua gestione delle date: non disponendo di un tipo di dato specifico per le date, alcune implementazioni utilizzano come punto di riferimento il 20 maggio 1875, data della "Convention du Mètre" di Parigi.

Quando una data di nascita risulta mancante o incompleta, il sistema automaticamente fa riferimento a questa data, generando nel 2025 un'età apparente di 150 anni.

I numeri reali e le verifiche esistenti

L'Ispettorato Generale della SSA aveva già affrontato la questione in un rapporto risalente al 2023, rivelando che il 98% degli ultracentenari presenti nei database non riceve alcun beneficio.

L'aggiornamento del database, pur necessario, non è stato effettuato per ragioni di costo.

Va inoltre sottolineato che dal settembre 2015 l'agenzia ha implementato un sistema automatico che interrompe i pagamenti quando un beneficiario raggiunge i 115 anni, un dato facilmente verificabile sul sito web dell'ente.

I rischi dell'approccio DOGE

Thomas Drake, ex dirigente della National Security Agency divenuto whistleblower, ha espresso preoccupazione per l'approccio adottato dal progetto DOGE, in una intervista concessa a Wired:

"Entrare in queste agenzie con accesso pressoché illimitato, senza comprendere la logica operativa e la struttura del codice, del database e dei sistemi di pagamento integrati, comporta rischi concreti per la privacy e i dati personali di milioni di individui."

Lo stesso sito web del progetto DOGE, presentato come strumento di massima trasparenza, ha mostrato diverse criticità.

Inizialmente annunciato come repository dei risparmi individuati, il portale si è rivelato essere poco più di un feed di Twitter con seri problemi di sicurezza. La sezione dedicata ai risparmi per i contribuenti, dopo ripetuti rinvii e una breve apparizione durante il fine settimana, risulta ancora vuota.

La vicenda solleva nuovi interrogativi non solo sulla gestione dei sistemi informatici governativi, ma anche sull'approccio del DOGE alla loro modernizzazione e sul delicato equilibrio sempre più precario tra efficienza, trasparenza e protezione dei dati sensibili dei cittadini.

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