Errore di e-mail: profughi ucraini erroneamente informati di dover lasciare gli Stati Uniti

Il Dipartimento per la Sicurezza Interna ha inviato per sbaglio notifiche di revoca dello status legale temporaneo, causando panico tra i rifugiati ucraini nel Paese.

Errore di e-mail: profughi ucraini erroneamente informati di dover lasciare gli Stati Uniti

Venerdì molti cittadini ucraini legalmente residenti negli Stati Uniti hanno ricevuto un'inaspettata comunicazione dal Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS): un’email che annunciava la revoca del loro status di permanenza temporanea e li invitava ad auto-organizzare il rimpatrio.

Il messaggio si è rivelato un errore, ma ha comunque scatenato un’ondata di preoccupazione tra coloro che erano fuggiti dall’invasione russa e che ora si trovano nuovamente in una situazione di incertezza.

A confermare l’errore è stato un funzionario dell’Amministrazione Trump, che ha ammesso la natura involontaria dell’invio.

La portavoce del DHS, Tricia McLaughlin, ha chiarito che il programma di permanenza temporanea destinato agli ucraini — avviato sotto l’amministrazione Biden — non è stato ufficialmente annullato.

Tuttavia, l’episodio ha sollevato forti timori tra i rifugiati e ha riacceso il dibattito sull’orientamento dell’attuale Amministrazione in materia di immigrazione.

Il programma in questione riguarda circa 240.000 ucraini arrivati negli Stati Uniti a seguito dell’invasione russa, accolti attraverso percorsi umanitari introdotti tra il 2022 e il 2023.

L’invio delle notifiche errate ha avuto un effetto immediato: diversi parlamentari hanno riferito di essere stati contattati da rifugiati residenti nel proprio distretto preoccupati per la possibilità imminente di perdere il proprio status di immigrati legali.

Il contesto è reso ancor più teso dalla recente retorica dell’Amministrazione Trump, che ha messo in discussione la permanenza dei programmi di protezione umanitaria.

Il presidente ha già ordinato la cessazione dello status di protezione temporanea per circa 530.000 persone provenienti da Venezuela, Cuba e Haiti, e ha dichiarato di stare valutando misure simili anche per i rifugiati ucraini.

Interpellato sull’argomento nello Studio Ovale, Trump ha dichiarato:

“Non stiamo cercando di danneggiare nessuno, certamente non stiamo cercando di danneggiare loro, e sto esaminando la questione. Ci sono persone che pensano sia appropriato, e altre che non lo pensano, e prenderò una decisione abbastanza presto”.

Sebbene le parole del presidente non siano state un annuncio formale, molti rifugiati avevano già iniziato a prepararsi a un eventuale cambiamento.

Il timore principale riguarda l’interruzione dei permessi di lavoro e delle protezioni legali che, in assenza di rinnovo, lascerebbero migliaia di persone in una posizione vulnerabile.

Il primo giorno del suo nuovo mandato, Trump ha firmato una serie di ordini esecutivi in materia di immigrazione, tra cui la direttiva al DHS di terminare tutti i programmi di permanenza temporanea a carattere generale.

Tra le prime misure adottate vi è stata anche la sospensione delle ammissioni tramite "Uniting for Ukraine", l’iniziativa varata da Biden per offrire un percorso sicuro ai rifugiati ucraini.

Questa decisione ha impedito non solo l’ingresso di nuovi beneficiari, ma anche il rinnovo delle protezioni esistenti per chi si trovava già nel Paese.

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