Epurazioni al Dipartimento di Giustizia: licenziati i procuratori coinvolti nelle indagini su Trump

Epurazioni al Dipartimento di Giustizia: licenziati i procuratori coinvolti nelle indagini su Trump
Il logo del Dipartimento di Giustizia

Il Procuratore Generale ad interim James McHenry ha licenziato ieri più di una decina di procuratori federali che sono stati coinvolti in passato nelle indagini penali contro Donald Trump, guidate dal procuratore speciale Jack Smith.

Una mossa definita dalla nuova leadership del Dipartimento di Giustizia come necessaria per «garantire la fedele attuazione dell’agenda presidenziale», ma criticata da altri come una violazione delle tutele del servizio civile per i dipendenti non politici del Dipartimento.

La “pulizia” dei team investigativi

I licenziamenti, sebbene non certo inattesi dopo le promesse elettorali di Trump di epurare il Dipartimento, hanno colpito soprattutto i procuratori di carriera reintegrati nei rispettivi uffici dopo le dimissioni di Smith e dei suoi collaboratori più stretti alla vigilia dell’insediamento di Trump.

Fonti interne riferiscono che molti di coloro che sono stati licenziati avevano collaborato alle indagini più significative del procuratore speciale, ed in particolare a quella relativa al tentativo di sovvertire le elezioni del 2020.

Il Dipartimento non ha reso pubblici i nomi di coloro che sono stati licenziati, ma un ex collega del team di Smith ha denunciato al The New York Times il carattere “palesemente punitivo” delle decisioni, sottolineando come i licenziamenti appaiano “mirati a soffocare l’indipendenza investigativa”.

Weinsheimer spostato, Amundson si dimette: il controllo politico si intensifica

In parallelo, l’Amministrazione ha avviato una riorganizzazione a cascata dello stesso Dipartimento.

Bradley Weinsheimer, Associate Deputy Attorney General con 30 anni di esperienza e arbitro neutrale di questioni etiche sotto multiple Amministrazioni, è stato trasferito a un ruolo marginale nel sanctuary cities task force — un’unità ad hoc creata per contrastare le giurisdizioni locali che limitano la collaborazione con le autorità federali sull’immigrazione.

La mossa, interpretata come un tentativo di estromettere figure scomode, ha spinto a sua volta Corey Amundson, a capo della sezione integrità pubblica del Dipartimento di Giustizia, a dimettersi.

Nella lettera di addio, ottenuta dal New York Times, Amundson ha scritto: “Ho dedicato 26 anni all’applicazione apolitica della legge. Non posso contribuire a una deriva che minaccia questo principio”.

Il suo reparto, specializzato in casi di corruzione, perderà così uno dei massimi esperti di reati contro la pubblica amministrazione.

Il piano di Trump: sostituire i procuratori “neutrali” con quelli leali

Le epurazioni rientrano in una strategia più ampia del neo presidente: sostituire funzionari di carriera con figure più allineate alla sua agenda presidenziale.

Weinsheimer, in particolare, era visto come un ostacolo dopo aver autorizzato nel 2021 ex funzionari dell’Amministrazione Trump a testimoniare al Congresso sulle pressioni post-elettorali del 2020, contro il volere dello staff legale del neo presidente.

Il trasferimento alla task force sull’immigrazione — definito da alcuni un «esilio professionale» — è un segnale chiaro: chi non aderisce alla linea rischia l’emarginazione.

“L’obiettivo finale è eliminare qualsiasi freno interno”, ha commentato un ex procuratore sotto condizione di anonimato.

Reazioni e rischi per l’indipendenza del Dipartimento di Giustizia

Le mosse hanno sollevato allarme. Preoccupa ansi tutto il destino delle indagini in corso: con l’allontanamento dei procuratori più esperti, molte indagini complesse potrebbero arenarsi o essere archiviate.

La domanda immediata è: chi sostituirà coloro che sono stati licenziati? Saranno tutti procuratori di chiara fede trumpiana, oppure sarà la loro storia professionale a contare?

Ma a prescindere da questo una cosa è già certa: la tradizione di indipendenza del Dipartimento di Giustizia è sempre più sotto attacco. E con essa, anche la fiducia degli americani nella giustizia federale rischia di essere minata profondamente.

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