Epstein, Obama e la macchina dei complotti di Trump

Il presidente Trump rilancia accuse di tradimento contro Barack Obama per deviare l’attenzione dal caso Epstein, mentre Washington è travolta da una spirale di teorie complottiste che dividono Congresso, media e opinione pubblica.

Epstein, Obama e la macchina dei complotti di Trump
White House

Il presidente Donald Trump sta cercando di distogliere l’attenzione dal caso Epstein con nuove accuse di tradimento rivolte a Barack Obama, alimentando un clima politico dominato da sospetti e teorie complottiste.

Come evidenzia un’analisi pubblicata dal New York Times e firmata da Peter Baker, nessun presidente nella storia recente ha fatto ricorso alle teorie del complotto quanto Trump. Dalla falsa accusa a Obama di non essere nato negli Stati Uniti alle recenti insinuazioni sul coinvolgimento dell’ex presidente nell’indagine sull’interferenza russa del 2016, la strategia di Trump si fonda sulla costruzione di narrazioni parallele per screditare avversari e media.

L’esplosione del caso Epstein ha riacceso il dibattito. Nei file relativi al finanziere compaiono riferimenti a Trump, e il presidente ha reagito accusando i media di distorcere i fatti e invitandoli a concentrare l’attenzione su altri nomi, tra cui quello dell’ex presidente Bill Clinton. Allo stesso tempo, ha rilanciato accuse infondate contro Obama, arrivando a diffondere un video manipolato che mostra l’ex presidente ammanettato nello Studio Ovale.

L’eco di queste teorie ha avuto ripercussioni anche sul Congresso. Il presidente della Camera, Mike Johnson, ha sospeso i lavori estivi per evitare un confronto diretto sul caso Epstein, mentre Obama ha rotto il silenzio politico per esprimere indignazione. Le tensioni interne hanno oscurato questioni cruciali come i nuovi dazi che potrebbero rimodellare l’economia globale o il fallimento dei negoziati di tregua a Gaza.

Gli osservatori sottolineano che Trump, in sei mesi di nuovo mandato, ha continuato a fare delle teorie complottiste uno strumento di governo. Ha messo in dubbio persino la sicurezza delle riserve auree di Fort Knox, costringendo il segretario al Tesoro Scott Bessent a rassicurare pubblicamente sul fatto che l’oro fosse “presente e contabilizzato”.

Gli esempi di complotti evocati dal presidente sono numerosi. Nel 2016 insinuò il coinvolgimento del padre di Ted Cruz nell’omicidio di John F. Kennedy, accusa poi smentita dallo stesso David Pecker, editore del National Enquirer, che ammise di aver inventato la storia per favorire Trump. Nel tempo, il presidente ha sostenuto false teorie sul luogo di nascita di Obama, sulla presunta morte mai avvenuta di Osama bin Laden e persino su un conduttore televisivo accusato ingiustamente di omicidio.

L’attuale offensiva complottista si intreccia con la strategia di Tulsi Gabbard, oggi a capo dell’intelligence nazionale, che ha accusato Obama di aver orchestrato un “complotto traditore” durante l’indagine del 2016 e ha diffuso voci su Hillary Clinton, definendola sotto “pesanti sedativi” durante la campagna elettorale.

Questa proliferazione di teorie complottiste non riguarda solo il fronte repubblicano. Anche alcuni democratici hanno avanzato dubbi sospetti, come quelli sul tentato assassinio di Trump a Butler, in Pennsylvania, interpretato da alcuni come una messinscena. La morte di Roy Black, avvocato di Epstein, all’età di 80 anni, ha ulteriormente alimentato speculazioni a sinistra.

Il fenomeno, osservano gli esperti, mina la fiducia nelle istituzioni. “Le accuse presidenziali senza basi fattuali indeboliscono il sistema politico e i principi costituzionali”, ha dichiarato Meena Bose, direttrice del Peter S. Kalikow Center alla Hofstra University. Anche Michael Nelson, studioso di presidenze alla Rhodes College, ha sottolineato come Trump abbia sempre sfruttato la tendenza umana a vedere complotti dietro ogni evento negativo, una strategia che ora sembra ritorcersi contro di lui con il caso Epstein.

Trump, tuttavia, continua a respingere le accuse, sostenendo che i file siano “inventati” da James Comey, Obama o dall’amministrazione Biden. Questa narrativa, che unisce sostenitori MAGA e democratici critici, riflette la persistente influenza di movimenti come QAnon, secondo cui il paese sarebbe guidato da una rete di pedofili adoratori di Satana.

Nelle ultime settimane, il presidente ha cercato di rafforzare la sua posizione ordinando la pubblicazione di centinaia di migliaia di pagine su omicidi storici come quelli di John e Robert Kennedy e di Martin Luther King, presentandosi come promotore di trasparenza. Tuttavia, alcuni criteri di selezione del personale nella nuova amministrazione, basati sulla fedeltà alla narrativa della “vittoria rubata” nel 2020, dimostrano come Trump continui a rendere ufficiale la sua versione alternativa della realtà.

In questo clima, la confusione tra fatti e congetture appare destinata a dominare il dibattito politico. Ma nonostante gli sforzi del presidente di spostare il discorso pubblico, il caso Epstein resta centrale e continua a perseguitarlo.

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