Emergono legami tra il candidato di Trump alla guida dell’FBI e produttori cinematografici filo russi

Il candidato di Trump alla direzione dell’FBI, Kash Patel, ha ricevuto compensi da una società cinematografica guidata da un cittadino russo-americano noto per la produzione di contenuti allineati alle posizioni del Cremlino

Emergono legami tra il candidato di Trump alla guida dell’FBI e produttori cinematografici filo russi

In un momento cruciale per il processo di conferma delle nomine del presidente Trump al Senato, sono emersi nuovi dettagli potenzialmente dannosi sul candidato alla direzione dell'FBI.

Kash Patel, il candidato nominato dal presidente Donald Trump per guidare l'agenzia di polizia federale, ha infatti ricevuto un compenso di 25.000 dollari nel 2023 da una società cinematografica gestita da un cittadino russo-americano che ha stretti legami con Mosca.

La rete dei collegamenti tra Mosca e Patel

Secondo documenti ottenuti dal Washington Post, il pagamento è arrivato dalla Global Tree Pictures, una società con sede a Los Angeles diretta da Igor Lopatonok, un produttore cinematografico le cui opere precedenti hanno beneficiato di finanziamenti provenienti da un fondo istituito dal presidente russo Vladimir Putin.

La somma è stata versata a Patel per la sua partecipazione a una serie di documentari cospirativi dal titolo "All the President's Men: The Conspiracy Against Trump", trasmessa sulla rete online di Tucker Carlson.

Lopatonok, originario dell'Ucraina e trasferitosi dalla Russia a Los Angeles nel 2008, non ha mai fatto mistero delle sue posizioni filorusse.

In un'intervista podcast dello scorso anno, ha risposto alle accuse di essere "un asset russo, un agente del Cremlino" affermando di voler offrire "una visione alternativa alla narrativa dei media mainstream".

I documenti rivelano inoltre che la società di Lopatonok ha versato 100.000 dollari alla Giuliani Communications per la partecipazione dell'ex sindaco di New York alla serie di documentari.

Nel marzo 2023, Lopatonok è stato poi nominato direttore artistico di una campagna d'influenza russa che ha ricevuto circa 31.000 dollari da una fondazione creata da Putin per iniziative culturali.

Implicazioni per la sicurezza nazionale

La rivelazione solleva forti interrogativi, considerando che se confermato, Patel dirigerebbe l'agenzia responsabile del controspionaggio contro le operazioni russe sul suolo americano.

Durante la sua apparizione nel documentario, Patel ha anche minimizzato le valutazioni dell'intelligence statunitense sull'interferenza russa nelle elezioni presidenziali del 2016.

Ha descritto Russia e Cina come "avversari dinamici" degli Stati Uniti, ma ha escluso Mosca dai "veri nemici" degli Stati Uniti, categoria in cui ha invece incluso Iran, gruppi terroristici come Al Qaeda e trafficanti di droga.

La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di potenziale revisione della politica americana verso la Russia, con l'Amministrazione Trump che ha già segnalato possibili cambiamenti di rotta, in particolare riguardo al sostegno all'Ucraina e all'applicazione delle sanzioni contro gli oligarchi vicini a Putin.

Il processo di conferma in corso

Il voto della Commissione Giustizia del Senato sulla nomina di Patel è stato rinviato alla prossima settimana a seguito delle obiezioni sollevate dai membri democratici.

I senatori democratici hanno infatti espresso forte opposizione alla sua nomina, descrivendolo come un estremista con scarsa esperienza di leadership di agenzie così importati come l’FBI, già prima di queste rivelazioni.

La portavoce di Patel, Erica Knight, ha sottolineato che il candidato "ha seguito scrupolosamente il processo di advice and consent", mentre il presidente della Commissione, il senatore Chuck Grassley, ha già respinto le nuove rivelazioni definendole come "un'ovvia campagna diffamatoria".

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