Elon Musk non fonderà un nuovo partito
Dopo l’annuncio a luglio della nascita dell’“America Party”, Musk ha sospeso i contatti con i gruppi interessati, privilegiando i rapporti con il vicepresidente e possibile candidato repubblicano nel 2028

Elon Musk ha deciso di rallentare i piani per la creazione di un nuovo partito politico, l’“America Party”, annunciato pubblicamente solo lo scorso luglio. Secondo fonti sentite dal Wall Street Journal, il miliardario vuole concentrarsi sulle proprie aziende e non intende compromettere i rapporti con esponenti di primo piano del Partito repubblicano.
Il cambio di linea segna una svolta rispetto a poche settimane fa, quando Musk aveva dichiarato di voler dare rappresentanza agli elettori insoddisfatti dei due principali partiti statunitensi. In particolare, il fondatore di Tesla e SpaceX è attento a preservare i legami con il vicepresidente JD Vance, considerato uno dei possibili eredi del movimento Make America Great Again. Musk ha mantenuto contatti con Vance nelle ultime settimane e ha riconosciuto ai suoi collaboratori che la nascita di una nuova forza politica rischierebbe di danneggiare questo rapporto.
Fonti citate dal Wall Street Journal affermano che Musk starebbe valutando l’ipotesi di usare parte delle sue risorse economiche per sostenere una candidatura di Vance alle presidenziali del 2028. Nel 2024 Musk aveva già speso circa 300 milioni di dollari per appoggiare Donald Trump e altri candidati repubblicani.
Nonostante non abbia escluso del tutto la possibilità di creare un nuovo partito, Musk non ha dato seguito all’iniziativa. I suoi collaboratori hanno cancellato a fine luglio una riunione con un gruppo specializzato nell’organizzazione di campagne terze, spiegando che la priorità dell’imprenditore restava la gestione delle aziende. Anche figure pubbliche che avevano espresso sostegno all’idea, come Andrew Yang e Mark Cuban, non hanno ricevuto ulteriori contatti da parte del team di Musk.
Un’eventuale rinuncia definitiva sarebbe considerata una vittoria per i repubblicani, dato che storicamente i partiti terzi hanno avuto l’effetto di sottrarre voti alle principali formazioni politiche. Per Vance, mantenere l’appoggio del miliardario sarebbe strategico in vista delle sue future ambizioni politiche. Intervistato dal sito conservatore Gateway Pundit, il vicepresidente ha definito un errore rompere con Trump e con il movimento conservatore, auspicando che Musk torni “nell’alveo” repubblicano entro le elezioni di metà mandato.
Il rapporto tra Musk e Trump, incrinato all’inizio del 2025 quando l’imprenditore accusò il presidente di non riconoscere il proprio sostegno e criticò la legge di bilancio, sembra essersi stabilizzato. Negli ultimi mesi i due hanno ridotto le polemiche pubbliche: Trump ha scritto su Truth Social di volere che Musk e le sue imprese “prosperino”, mentre l’amministrazione ha confermato la centralità dei contratti federali con SpaceX per la Difesa e la NASA. Inoltre, un ordine esecutivo firmato dal presidente ha semplificato le regole per i lanci spaziali, misura da cui l’azienda potrebbe trarre vantaggio.
Il progetto di Musk aveva suscitato l’interesse di vari attori. Andrew Yang aveva dichiarato di essere in contatto con l’imprenditore, mentre il Partito libertario aveva invitato Musk a unire le forze invece di fondare una nuova organizzazione. Tuttavia, Steven Nekhaila, presidente del Libertarian National Committee, ha parlato di “silenzio inquietante”, segnalando l’assenza di iniziative concrete né a livello statale né locale.
Secondo veterani delle campagne repubblicane, Musk avrebbe anche difficoltà a ricostruire la rete di consulenti del GOP che lo aveva sostenuto nel 2024, poiché una loro collaborazione a un nuovo partito rischierebbe di compromettere i rapporti con Trump e con la dirigenza repubblicana.
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