Elon Musk lancia l’idea di un “America Party” per scardinare il sistema bipartitico
Il fondatore di Tesla propone un nuovo partito e una strategia elettorale mirata per influenzare il Congresso. Critico verso Trump, punta a sfruttare i margini ristretti nelle Camere per massimizzare l’impatto politico con risorse limitate

Elon Musk ha ipotizzato la creazione di un nuovo soggetto politico negli Stati Uniti. In un post pubblicato venerdì sulla piattaforma X, il CEO di Tesla e uomo più ricco del mondo ha proposto la nascita dell’“America Party”, chiedendo ai suoi follower se desiderano “l’indipendenza dal sistema bipartitico (che alcuni definirebbero unipartitico)”. ettorale strategicamente limitata ma potenzialmente decisiva.
La proposta assume particolare rilievo alla luce delle possibilità finanziarie di Musk, che potrebbero rivelarsi determinanti in competizioni particolarmente serrate. Il magnate potrebbe contribuire con investimenti mirati a modificare gli equilibri in vista delle elezioni di novembre, puntando non su una campagna nazionale ma su una manciata di seggi chiave.
Musk ha delineato una strategia operativa chiara per il potenziale nuovo partito: “Un modo per realizzare questo obiettivo sarebbe concentrarsi laser su solo 2 o 3 seggi al Senato e 8-10 distretti alla Camera. Considerando i margini legislativi molto ristretti, questo sarebbe sufficiente per servire come voto decisivo su leggi controverse, assicurando che servano la vera volontà del popolo”. L’idea è sfruttare la fragilità degli equilibri attuali per creare una forza parlamentare capace di incidere sulle decisioni legislative più rilevanti, pur con una rappresentanza ridotta.
Dopo aver inizialmente sostenuto la campagna per la rielezione di Trump, Musk ha progressivamente preso le distanze dal capo della Casa Bianca. Negli ultimi mesi, è diventato un critico esplicito delle politiche dell’amministrazione, in particolare sul piano economico. A suo giudizio, le scelte fiscali del presidente sono “fiscalmente irresponsabili” e avrebbero effetti negativi sulla competitività globale degli Stati Uniti. Una posizione che segna una netta inversione di marcia rispetto al sostegno offerto in precedenza.
La critica alle politiche di Trump si inserisce in un contesto più ampio di disillusione verso l’attuale assetto istituzionale. Con il riferimento al sistema “unipartitico”, Musk esprime una visione secondo cui Democratici e Repubblicani offrirebbero opzioni politiche poco differenziate, limitando la possibilità per gli elettori di esprimere una reale scelta. Da qui, l’idea di una formazione indipendente, capace di porsi come arbitro nei momenti decisivi dell’attività legislativa.
Al momento, non sono stati resi noti dettagli specifici su quali circoscrizioni elettorali potrebbero essere prese di mira. L’assenza di un piano dettagliato suggerisce che si tratti ancora di un progetto in fase esplorativa. Non è chiaro se Musk intenda solo promuovere candidati allineati con le sue idee, se voglia creare una vera e propria struttura partitica o se punti a influenzare direttamente i risultati attraverso il finanziamento di campagne mirate.
Tuttavia, l’enfasi sulla “concentrazione laser” su un numero ristretto di seggi rivela un approccio strategico: non servono decine di deputati o senatori per incidere sulle leggi, soprattutto in un Congresso diviso. Bastano pochi voti per condizionare l’esito delle decisioni su temi centrali.
La proposta dell’“America Party” si inserisce in un panorama politico segnato da crescente polarizzazione e da un’evidente insoddisfazione per le scelte delle due forze tradizionali. In questo contesto, la possibilità di costruire una terza opzione — non su base nazionale ma su scala mirata — si presenta come un tentativo innovativo di aggirare le barriere dell’attuale sistema elettorale.