Elon Musk è l'unico che può sfidare Trump apertamente

Nonostante frequenti critiche pubbliche alle politiche e agli alleati del presidente, Elon Musk mantiene il favore di Donald Trump e un ruolo influente nella Casa Bianca, attirando più attenzione di molti membri del governo

Elon Musk è l'unico che può sfidare Trump apertamente

A differenza di molti altri consiglieri che tendono ad allinearsi fedelmente alle direttive presidenziali, Elon Musk si prende la liberà di fare frequenti uscite pubbliche, anche critiche, su temi centrali della politica dell’amministrazione. Ma come riporta POLITICO, questo comportamento non sembra aver intaccato la sua influenza né il rapporto con Donald Trump.

Negli ultimi giorni, Musk ha intensificato le sue uscite pubbliche, toccando vari fronti, dai dazi commerciali alla politica spaziale, fino a questioni interne al gabinetto presidenziale. Il tutto senza apparente conseguenza sul suo ruolo o sul giudizio che Trump ha di lui. Lo stesso presidente ha ironizzato sul soprannome attribuito dai Democratici al suo consigliere — “President Elon” — definendo il tentativo di seminare discordia “palesemente maldestro”.

In occasione di un incontro di gabinetto, Trump ha lodato Musk e il suo team del Dipartimento per l’Efficienza del Governo (DOGE), affermando di voler trattenere quanto più possibile il loro contributo. Al momento, né la Casa Bianca né il dipartimento guidato da Musk hanno rilasciato commenti ufficiali sul rapporto tra i due.

Una delle uscite più significative di Musk ha riguardato le tensioni commerciali con la Cina. Dopo l’introduzione dei dazi da parte dell’amministrazione Trump, che ha portato a un’ondata di instabilità nei mercati globali, Musk ha preso di mira il consigliere commerciale Peter Navarro. Sui social, lo ha deriso ripetutamente, arrivando a coniarne un soprannome offensivo. Le tensioni non sono solo ideologiche: molte delle imprese di Musk dipendono da componenti importati dalla Cina, e le misure protezionistiche hanno avuto un impatto economico diretto sui suoi affari.

In ambito spaziale, Musk ha reagito con preoccupazione ai tagli proposti al bilancio della NASA da parte dell’Ufficio per la Gestione e il Bilancio. Sebbene abbia ammesso di non poter partecipare direttamente alle discussioni di bilancio a causa del suo legame contrattuale con l’agenzia, ha espresso pubblicamente il proprio dissenso. Il legame tra Musk e l’attuale amministratore della NASA, Jared Isaacman, è noto e si estende anche attraverso investimenti incrociati con la società SpaceX.

Anche nei rapporti interni all’amministrazione, Musk ha lasciato il segno. Ha avuto un acceso scontro con il segretario di Stato Marco Rubio riguardo ai tagli al dipartimento. Trump è intervenuto per placare le acque, dichiarando che Musk ha potere consultivo ma non esecutivo. Tuttavia, non è stato sufficiente a impedire che Musk influenzasse il processo decisionale, come dimostrato dal suo sostegno iniziale a Howard Lutnick per il Tesoro, poi nominato invece al Commercio.

La sua influenza si è estesa anche alla politica del Congresso. Nella corsa alla leadership repubblicana al Senato, Musk ha apertamente sostenuto Rick Scott, mentre Trump ha evitato di esprimersi. Il sostegno al senatore della Florida è stato accompagnato da critiche a John Thune, poi eletto e oggi figura chiave per l’agenda legislativa del presidente.

Musk non ha limitato il suo attivismo agli Stati Uniti. Ha manifestato sostegno per candidati di destra in diversi paesi europei, tra cui il partito tedesco Alternativa per la Germania (AfD), per il quale ha anche partecipato virtualmente a un comizio. Le sue dichiarazioni, che invitavano a “superare i sensi di colpa del passato”, hanno suscitato polemiche, vista l’allusione implicita al passato nazista del paese. In Regno Unito, dopo un iniziale appoggio al leader di Reform UK, Nigel Farage, Musk ha cambiato opinione, criticandolo pubblicamente.

Nonostante questi episodi, Trump continua a difendere Musk e a considerarlo una risorsa preziosa per la sua amministrazione. Il rapporto tra i due sembra fondato su una combinazione di tolleranza reciproca e utilità politica, dove le uscite provocatorie del miliardario, invece di rappresentare un ostacolo, diventano parte integrante della narrazione presidenziale.

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