È finito lo shutdown più lungo della storia americana

Il presidente ha promulgato il provvedimento dopo 43 giorni di paralisi che hanno causato il blocco di servizi federali, ritardi nei voli e la sospensione degli aiuti alimentari per milioni di persone.

È finito lo shutdown più lungo della storia americana
White House

Il presidente Donald Trump ha firmato mercoledì 12 novembre la legge che riapre il governo federale, ponendo fine allo shutdown più lungo mai registrato negli Stati Uniti. La paralisi è durata 43 giorni ed è iniziata il primo ottobre, quando il Congresso non è riuscito ad approvare un bilancio temporaneo per il nuovo anno fiscale.

La Camera dei rappresentanti ha approvato il provvedimento con 222 voti favorevoli e 209 contrari. Solo sei deputati democratici hanno votato con la maggioranza repubblicana: Adam Gray della California, Tom Suozzi di New York, Marie Gluesenkamp Perez di Washington, Don Davis del North Carolina, Henry Cuellar del Texas e Jared Golden del Maine. Due repubblicani, Thomas Massie del Kentucky e Greg Steube della Florida, hanno invece votato contro.

Durante la cerimonia di firma nello Studio Ovale, Trump ha dichiarato che il governo "riprenderà le normali operazioni" dopo che "le persone sono state ferite così gravemente" dalla paralisi. Il presidente ha accusato i democratici di aver causato lo shutdown "per ragioni puramente politiche" e ha aggiunto: "Quando arriveremo alle elezioni di medio termine e ad altre cose, non dimenticate quello che hanno fatto al nostro paese".

Il provvedimento approvato finanzia il governo solo fino al 30 gennaio, quando il Congresso dovrà nuovamente trovare un accordo sul bilancio. La legge include il finanziamento completo per l'anno fiscale del Dipartimento dell'Agricoltura e garantisce che tutti i dipendenti federali riceveranno gli stipendi arretrati per il periodo dello shutdown. Prevede inoltre fondi per il programma di assistenza alimentare SNAP fino a settembre, evitando che questo aiuto, di cui beneficiano oltre 42 milioni di americani, venga bloccato in caso di una nuova paralisi a gennaio.

Lo shutdown ha avuto conseguenze pesanti sull'economia americana. Circa 1,4 milioni di dipendenti federali sono stati messi in aspettativa non retribuita o hanno lavorato senza stipendio. Il segretario ai Trasporti Sean Duffy ha ordinato la settimana scorsa una riduzione del traffico aereo negli aeroporti americani, citando l'assenza senza precedenti sui controllori di volo dopo settimane di lavoro non pagato. Nei giorni successivi sono state segnalate cancellazioni diffuse di voli in tutto il paese.

Il blocco è nato da uno scontro tra democratici e repubblicani sui sussidi sanitari dell'Affordable Care Act, noto come Obamacare. I democratici chiedevano che questi sussidi, in scadenza a fine anno, fossero prorogati come parte di qualsiasi accordo per riaprire il governo. I repubblicani sostenevano invece che la discussione sulla sanità potesse avvenire dopo la riapertura del governo.

Per settimane i democratici al Senato sono rimasti compatti nel bloccare il provvedimento di finanziamento temporaneo dei repubblicani, che necessitava di almeno otto voti dell'opposizione per essere approvato. La svolta è arrivata domenica scorsa, quando un gruppo di otto senatori democratici moderati ha accettato di votare a favore in cambio della promessa di un voto sui sussidi sanitari entro metà dicembre. Il Senato ha così approvato il provvedimento lunedì con 60 voti.

Questa decisione ha scatenato rabbia nel Partito Democratico. Il leader della minoranza alla Camera, Hakeem Jeffries, ha dichiarato mercoledì sera che "questa lotta non è finita. Stiamo solo iniziando". Il governatore della California Gavin Newsom ha parlato su X di "capitolazione" e "tradimento" verso gli americani che lavorano.

Il senatore democratico Tim Kaine della Virginia, uno degli otto che hanno votato a favore, ha respinto le critiche affermando che i dipendenti federali che rappresenta "stanno dicendo grazie" per l'accordo raggiunto. Secondo Kaine, la disposizione che revoca i licenziamenti ordinati dall'amministrazione Trump durante lo shutdown è stata cruciale per convincerlo a votare a favore.

L'accordo non include però alcun finanziamento aggiuntivo per i sussidi sanitari dell'Affordable Care Act. Senza la loro proroga, i costi dell'assicurazione sanitaria dovrebbero più che raddoppiare nel 2026 per 24 milioni di americani che usano Obamacare, secondo KFF, un centro studi specializzato in questioni sanitarie. Uno studio ha previsto aumenti medi del 26 per cento dei premi assicurativi.

Con la scadenza del finanziamento governativo di nuovo fissata a fine gennaio, i democratici potrebbero usare l'opportunità per chiedere ancora una volta la proroga dei sussidi. Jeffries ha fatto capire che il suo partito continuerà a fare pressioni: "O i repubblicani decidono finalmente di estendere i crediti d'imposta dell'Affordable Care Act quest'anno, o il popolo americano butterà fuori i repubblicani dai loro incarichi l'anno prossimo e porrà fine alla presidenza della Camera di Donald Trump una volta per tutte".

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