"Dovrei licenziarlo?": retroscena su Trump e il caso Waltz sulla falla della sicurezza nazionale

Il presidente valuta il destino del Consigliere di Sicurezza Nazionale che ha rivelato per errore informazioni militari riservate ad un giornalista su una chat non protetta.

"Dovrei licenziarlo?": retroscena su Trump e il caso Waltz sulla falla della sicurezza nazionale
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Un nuovo retroscena del New York Times rivela come il presidente Donald Trump abbia considerato seriamente il licenziamento di Michael Waltz, Consigliere per la Sicurezza Nazionale, a seguito della significativa violazione della sicurezza avvenuta la scorsa settimana.

"Dovrei licenziarlo?", avrebbe chiesto Trump ripetutamente ai suoi collaboratori, dopo aver appreso che Waltz aveva erroneamente aggiunto Jeffrey Goldberg, direttore della rivista The Atlantic, a una chat riservata su Signal, dove venivano discussi dettagli di un imminente attacco militare nello Yemen.

Nonostante in pubblico Trump abbia difeso Waltz definendolo "un brav'uomo che non ha nulla di cui scusarsi", privatamente il presidente si sarebbe mostrato profondamente irritato, consultandosi ampiamente con membri della sua amministrazione riguardo alla possibile rimozione del suo Consigliere.

Le vere preoccupazioni di Trump

Secondo fonti interne, il vero motivo del disappunto presidenziale non sarebbe tanto la fuga di informazioni in sé, quanto il sospetto legame tra Waltz e Goldberg, un giornalista inviso al presidente.

Trump avrebbe infatti manifestato dispiacere nell'apprendere che Waltz avesse il numero di Goldberg salvato nella sua rubrica personale.

Questa crisi ha portato a un incontro urgente mercoledì sera con il vicepresidente JD Vance, il capo dello staff Susie Wiles, il responsabile del personale Sergio Gor e l'inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff.

Il giorno seguente, Waltz è stato convocato nello Studio Ovale. Nonostante ciò, il presidente sembra, per ora, orientato a confermare Waltz nel suo ruolo.

L'ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton afferma che, pur volendo circondarsi di fedelissimi, Trump deve fare i conti con la realtà di Washington, dove inevitabilmente le persone a lui vicine hanno contatti anche con figure che il presidente non apprezza.

La posizione delicata di Waltz

Già prima della fuga di notizie, Waltz era considerato in una posizione vulnerabile. Alcuni consiglieri lo ritenevano eccessivamente aggressivo, soprattutto nelle questioni riguardanti l'Iran, in netto contrasto con l'approccio diplomatico preferito da Trump.

La situazione di Waltz è stata ulteriormente complicata da un video del 2016, recentemente riemerso sui social media, nel quale il consigliere definiva Trump un renitente della leva, invitando a fermarlo politicamente.

A differenza di Waltz, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth appare invece al sicuro, nonostante avesse condiviso informazioni simili nella stessa chat.

Trump ha specificamente dichiarato che "Hegseth non ha nulla a che fare con questo".

Strategia e gestione della crisi

L'episodio ha messo in evidenza come la strategia di Trump, basata sulla negazione e sul respingere le pressioni mediatiche, non sempre risulti efficace per i suoi collaboratori.

Waltz aveva inizialmente negato di conoscere Goldberg, una versione però smentita da fotografie scattate a un evento ufficiale nel 2021.

Goldberg stesso, interrogato sulla questione, ha preferito non commentare la sua relazione con Waltz, alimentando ulteriormente i dubbi.

Equilibrio interno alla Casa Bianca

Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, Waltz è riuscito finora a mantenere il proprio ruolo grazie al sostegno interno e al desiderio di Trump di evitare cambiamenti caotici di personale chiave, come invece accaduto più volte nel corso del suo primo mandato.

Il vicepresidente Vance, intervenendo durante la sua visita in Groenlandia proprio insieme a Waltz, ha riconosciuto la responsabilità del Consigliere nella vicenda, ma ha ribadito con forza il sostegno della Casa Bianca all'intero team di sicurezza nazionale.

Da parte sua Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha sottolineato che Trump consente che vi siano dibattiti interni tra i suoi consiglieri, ma avvertendo che, una volta presa una decisione, tutti devono seguirla compattamente.

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