Democratici in allerta per il ritorno di Biden sulla scena: timori sul danno all’immagine del Partito

Il rientro dell’ex presidente Joe Biden sulla scena pubblica dopo mesi di silenzio alimenta tensioni tra gli strateghi e collaboratori democratici. Preoccupazioni sul tempismo e sull’impatto sull'opinione pubblica proprio mentre cala il consenso per Trump sulla gestione dell’economia.

Democratici in allerta per il ritorno di Biden sulla scena: timori sul danno all’immagine del Partito
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Mentre il Partito Democratico tenta di rialzarsi dopo la dura sconfitta alle elezioni presidenziali del 2024, il ritorno dell’ex presidente Joe Biden sulla scena pubblica sta generando malumori tra alleati ed ex collaboratori. Diversi esponenti democratici, infatti, ritengono che la sua presenza sia controproducente per il processo di ricostruzione dell’immagine del Partito, ancora scosso dalla recente disfatta elettorale, afferma The Hill.

Biden è riapparso in pubblico la scorsa settimana con un discorso a Chicago, segnando la sua prima uscita rilevante da quando ha lasciato la Casa Bianca. Dopo mesi di assenza dal dibattito politico, l’ex presidente ha deciso di intervenire criticando l’attuale Amministrazione, ma non tutti nel partito hanno accolto con favore questo ritorno.

Michael LaRosa, ex direttore delle comunicazioni di Jill Biden, ha espresso una critica esplicita:

“Amo profondamente entrambi i Biden, ma la lealtà verso lo staff significa fornire loro una consapevolezza onesta della situazione, soprattutto riguardo alla loro immagine pubblica”.

LaRosa ha invitato la coppia a prendere coscienza del risentimento che ancora serpeggia nei ranghi democratici:

“Dovrebbero comprendere l’intenso livello di rabbia o indifferenza nei loro confronti che permane all’interno del Partito”.

Secondo LaRosa, il ritorno di Biden ha inavvertitamente offerto un vantaggio all’Amministrazione in carica e ai media conservatori, proprio mentre questi erano sottoposti a crescenti critiche per la loro gestione della politica commerciale.

“È stato un regalo gradito per la Casa Bianca, il presidente Trump e i media conservatori in un momento in cui stavano giocando in difesa”.

Anche altri strateghi democratici hanno espresso preoccupazioni per la tempistica dell’intervento di Biden, che rischierebbe di distrarre l’attenzione pubblica dai problemi economici attuali e dalle difficoltà dell’Amministrazione Trump. Un sondaggio condotto da CBS News la scorsa settimana ha rilevato che solo il 44% degli intervistati approva la gestione economica dell’attuale presidente, in calo del 4% rispetto al 30 marzo. Parallelamente, il tasso di approvazione complessiva di Trump è sceso dal 53% registrato a febbraio al 47%.

Brad Bannon, uno stratega del partito, ha evidenziato che “il sondaggio mostra che gli americani hanno diretto la loro rabbia sull’economia lontano da Biden e l’hanno ridirezionata verso Trump”. In questo contesto, la visibilità di Biden rischia di minare questo spostamento dell’opinione pubblica:

“La riapparizione di Biden distoglie l’attenzione dalla cattiva gestione economica dell’attuale presidente”.

Già prima di lasciare la Casa Bianca, Biden era diventato oggetto di critiche all’interno del suo stesso partito. Secondo quanto riportato da uno stratega democratico, “la parola che sento molto è ‘tradimento’. Le persone si sentono tradite”.

Questo sentimento sembrerebbe riflettere la delusione di una parte della base e della leadership per le scelte compiute durante l’ultimo anno della presidenza Biden, in particolare la decisione di candidarsi per un secondo mandato, nonostante le perplessità legate all’età e alla capacità di affrontare un ciclo elettorale competitivo.

Il discorso tenuto a Chicago ha segnato un momento di maggiore esposizione pubblica per Biden, che ha accusato l’attuale Amministrazione di “danni e distruzione” in meno di cento giorni, criticando in particolare le posizioni sulla Previdenza Sociale.

Tuttavia, il giorno seguente, durante un intervento privato alla Kennedy School dell’Università di Harvard, Biden ha confuso l’Ucraina con l’Iraq parlando del conflitto con la Russia, come riportato da The Harvard Crimson, rinfocolando i dubbi sulle sue capacità comunicative.

Anche le intenzioni di Biden di contribuire alla raccolta fondi del partito sono state accolte con freddezza. Secondo quanto riferito da NBC News, il mese scorso l’ex presidente avrebbe incontrato il nuovo presidente del Comitato Nazionale Democratico, Ken Martin, per offrire il proprio aiuto. Tuttavia, un donatore democratico ha commentato che “nessuno sta chiedendo l’aiuto di Biden in questo momento”, segno di un clima generale di diffidenza.

Un altro stratega democratico ha sottolineato che prima di poter parlare con autorevolezza e ottenere ascolto all’interno del partito, Biden dovrebbe spiegare le sue scelte politiche passate:

“Penso che prima che Biden possa parlare con piena credibilità ed essere ascoltato, ci debba essere una qualche forma di responsabilità riguardo alle sue decisioni politiche e agli ultimi due anni della sua presidenza”.

Il malcontento che si sta manifestando tra i Democratici sembra dunque indicare che il partito stia cercando di ricalibrare la propria identità politica senza l’ingombrante presenza dell’ex presidente. In un momento in cui il focus strategico è rivolto a indebolire il consenso verso l’Amministrazione in carica, molti osservatori interni considerano le apparizioni pubbliche di Biden niente altro che un potenziale ostacolo alla riorganizzazione e al rilancio del partito.

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