Cuomo si candiderà da indipendente a sindaco di New York

Dopo una netta sconfitta nelle primarie democratiche contro Zohran Mamdani, Andrew Cuomo annuncia la sua candidatura come indipendente per le elezioni generali. Il suo ritorno agita una corsa già affollata e accende lo scontro con gli altri candidati alternativi al socialista Mamdani.

Cuomo si candiderà da indipendente a sindaco di New York
Metropolitan Transportation Authority / Patrick Cashin

Andrew M. Cuomo ha ufficializzato l'intenzione di restare in corsa per la carica di sindaco di New York, candidandosi come indipendente alle elezioni generali del 2025. L'annuncio è arrivato lunedì 14 luglio attraverso un video di 90 secondi, dopo la pesante sconfitta subita alle primarie democratiche per mano del deputato statale Zohran Mamdani.

Nel video, l'ex governatore ha ammesso di aver deluso i suoi sostenitori, ma ha anche dichiarato la volontà di non arrendersi: «Come diceva mio nonno, quando vieni messo al tappeto, impara la lezione, rialzati e torna in gioco. Ed è quello che farò. La lotta per salvare la nostra città non è finita». Cuomo ha poi promesso che abbandonerà la corsa entro metà settembre se i sondaggi non lo indicheranno come lo sfidante più forte contro Mamdani, invitando gli altri candidati alternativi a fare lo stesso.

La decisione si inserisce in un contesto elettorale molto frammentato. Oltre a Cuomo e Mamdani, sono candidati anche il sindaco uscente Eric Adams, ricandidato come indipendente, Curtis Sliwa per il Partito Repubblicano e Jim Walden, anch’egli indipendente. La strategia, proposta inizialmente da Walden e sostenuta dall’ex governatore David Paterson, punta a concentrare il fronte anti-Mamdani attorno a un solo nome.

Cuomo era stato considerato il favorito per gran parte della campagna delle primarie, sostenuto da sondaggi favorevoli e da un super PAC che ha investito oltre 22 milioni di dollari, in larga parte per contrastare Mamdani. Tuttavia, il giovane deputato socialista, inizialmente poco conosciuto e dato per sfavorito, è riuscito a colmare il divario grazie a due performance efficaci nei dibattiti televisivi, a una forte mobilitazione di volontari e a una campagna incentrata sulla questione dell’accessibilità economica.

Dopo la sconfitta, Cuomo ha ammesso di aver condotto una campagna poco incisiva e troppo attendista. In una lettera ai suoi sostenitori ha riconosciuto di aver «giocato sul sicuro», facendo affidamento su sondaggi favorevoli e rinunciando a ingaggiare un vero confronto con l’elettorato: «Non sono stato abbastanza aggressivo nel comunicare la mia visione per una New York più giusta, sicura e accessibile, né nel confutare le proposte irrealistiche e divisive di Zohran Mamdani. Prometto che non ripeterò quell’errore».

L’ex governatore ha anche criticato se stesso per aver evitato confronti pubblici con gli altri candidati, preferendo una strategia di basso profilo simile a quella dei presidenti in carica, nota come "strategia del giardino delle rose". Alcuni suoi stessi sostenitori avevano espresso dubbi sulla reale volontà di Cuomo di tornare alla guida della città, sottolineando il suo stile di campagna poco coinvolgente: eventi gestiti con distacco, spostamenti in Dodge Charger e una residenza temporanea in un appartamento da 8.000 dollari al mese nell'elegante Sutton Place.

Nel suo video di rilancio, Cuomo ha cercato di mostrarsi più vicino ai cittadini, passeggiando per l’Upper East Side con una camicia bianca a maniche corte, stringendo mani e scattando selfie. In un momento simbolico, ha persino impugnato un tipico bicchiere blu e bianco in stile greco, icona dei caffè newyorkesi. Tuttavia, ha commesso un passo falso pronunciando in modo errato il nome di Mamdani — “Mandani” — un errore che aveva già suscitato critiche durante i dibattiti.

Dall’entourage di Mamdani, il portavoce Jeffrey Lerner ha commentato con durezza il ritorno di Cuomo e le ipotesi di alleanze tra candidati: «Mentre Andrew Cuomo ed Eric Adams si affannano a concludere accordi dietro le quinte con miliardari e repubblicani, Zohran Mamdani è concentrato a rendere New York più accessibile per i suoi cittadini. Questa è la vera scelta a novembre».

Il candidato democratico, intervenendo a un comizio a Manhattan dopo aver ricevuto l’endorsement del sindacato dei musicisti, ha sostenuto che la sua vittoria alle primarie rappresenta un rifiuto delle vecchie politiche incarnate da Cuomo: «Abbiamo passato tutta la campagna a sentirci dire che Cuomo era inevitabile come prossimo sindaco, e lui stesso ci credeva. Ma il risultato dimostra una fame di un nuovo tipo di politica, una politica che mette al centro le persone comuni».

Nel frattempo, l’establishment democratico cittadino ha iniziato a schierarsi con Mamdani, abbandonando l’ex governatore. I settori economici più legati al mondo degli affari e dell’immobiliare restano invece concentrati sul tentativo di impedire una vittoria del candidato socialista, valutando la possibilità di appoggiare Cuomo o Adams in funzione anti-Mamdani.

Jim Walden ha espresso apertamente questa preoccupazione: «Ho fatto i conti. Se i quattro candidati si dividono i voti in qualsiasi combinazione, l’unico risultato sarà l’elezione di questo socialista di 33 anni con un curriculum inconsistente. Sarebbe un disastro per New York».

Eric Adams, nonostante un calo nei sondaggi e un’inchiesta per corruzione federale poi archiviata dall’amministrazione Trump, ha dichiarato di voler restare in corsa. Sta raccogliendo fondi anche da ambienti repubblicani e ha cercato il sostegno di figure di spicco del mondo finanziario, tra cui i miliardari Bill Ackman e Daniel Loeb.

Durante una conferenza stampa, Adams ha espresso scetticismo sull’intesa proposta da Cuomo, sottolineando che l’ex governatore è già stato bocciato dagli elettori: «Andrew ha perso con un margine a doppia cifra. Ha avuto la sua occasione».

Il portavoce di Cuomo, Rich Azzopardi, ha ribattuto che il suo candidato ha ottenuto più voti — circa 440.000 — di quanti ne abbia ricevuti Adams nella vittoriosa primaria del 2021 (404.000). «Il sindaco non ha nemmeno partecipato a questa primaria», ha osservato Azzopardi, «e Cuomo ha ricevuto più consensi oggi di quanti Adams ne abbia mai avuti al culmine della sua popolarità».

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