Cresce il timore per la democrazia negli Stati Uniti
Un sondaggio Reuters/Ipsos mostra che il 57% degli intervistati ritiene la democrazia statunitense in pericolo e il 55% si oppone ai piani di ridisegno dei collegi, mentre Texas e California guidano la battaglia politica

La maggioranza degli americani considera pericolosi per la democrazia i tentativi di ridisegnare i collegi della Camera dei deputati a proprio vantaggio. È quanto emerge da un sondaggio Reuters/Ipsos, che registra una diffusa preoccupazione per la tenuta delle istituzioni in un contesto di forte polarizzazione politica.
Secondo i dati raccolti su un campione di 4.446 adulti, il 57% degli intervistati ha dichiarato di temere che la democrazia americana sia in pericolo. La convinzione è condivisa da otto democratici su dieci e da quattro repubblicani su dieci. Alla domanda specifica sul redistricting, il 55% degli americani ha affermato che i piani in corso sono “cattivi per la democrazia”. Tra i democratici la quota sale al 71%, mentre tra i repubblicani si ferma al 46%.

Il dibattito è acceso soprattutto in Texas e California. Nel primo caso, il governatore repubblicano Greg Abbott ha convocato una sessione straordinaria del parlamento statale per ridisegnare le mappe elettorali, su impulso del presidente Donald Trump, con l’obiettivo di consolidare la maggioranza repubblicana alla Camera, oggi di 219 seggi contro i 212 democratici. In California, il governatore democratico Gavin Newsom ha minacciato una contromossa, proponendo di ridisegnare i collegi per aggiungere cinque seggi al proprio partito e compensare così le possibili perdite a favore dei repubblicani.
Questa pratica, nota come gerrymandering, non è nuova, ma l’attuale ciclo di modifiche si distingue perché avviene a metà decennio, e non dopo il censimento decennale. Il risultato è un sistema elettorale in cui la maggior parte delle sfide per la Camera non è competitiva: da decenni circa due terzi dei seggi vengono conquistati con margini di vittoria superiori ai 20 punti percentuali.
Il sondaggio rivela anche un aumento della sfiducia reciproca tra cittadini di orientamenti politici opposti. Il 55% dei democratici ha dichiarato di non fidarsi delle persone repubblicane, mentre il 43% dei repubblicani ha affermato lo stesso dei democratici. Il clima di sospetto si riflette anche nelle relazioni personali: il 27% dei democratici ha detto che le ultime elezioni presidenziali hanno avuto un impatto negativo sulle proprie amicizie, rispetto al 18% registrato in un sondaggio del 2017. Tra i repubblicani la quota rimane ferma al 10%, invariata rispetto a otto anni fa.
Il malcontento si riflette anche nei giudizi sui partiti. Il 46% dei democratici ritiene che il proprio partito abbia perso la strada, mentre tra i repubblicani la percentuale scende al 19%.
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