Cosa prevede l'accordo di pace tra Israele e Hamas

Il piano in venti punti di Trump apre alla liberazione degli ostaggi e al ritiro delle truppe israeliane. Ma restano molti nodi da sciogliere sul futuro dell'enclave

Cosa prevede l'accordo di pace tra Israele e Hamas
White House

Dopo oltre due anni di guerra, Israele e Hamas hanno accettato la prima fase del piano di pace presentato dal presidente americano Donald Trump. L'annuncio, arrivato mercoledì sera attraverso il social network Truth Social del presidente, segna un momento cruciale per il conflitto iniziato il 7 ottobre 2023.

L'accordo prevede il rilascio di tutti gli ostaggi ancora detenuti a Gaza - circa 20 persone ritenute ancora in vita e i corpi di altri 25 - in cambio della liberazione di 250 prigionieri palestinesi condannati all'ergastolo e di altri 1.700 gazawi arrestati dall'inizio del conflitto. Il ritiro parziale delle forze israeliane dovrebbe avvenire entro 24 ore dall'approvazione del governo Netanyahu, prevista per giovedì, mentre la liberazione degli ostaggi è attesa entro 72 ore, probabilmente lunedì.

Il piano americano, articolato in venti punti, delinea una roadmap ambiziosa per il futuro di Gaza. Prevede la creazione di un "comitato palestinese tecnocratico e apolitico" che sostituirebbe Hamas nel governo dell'enclave, sotto la supervisione di un "Consiglio di pace" presieduto da Trump stesso e con un ruolo di leadership per l'ex primo ministro britannico Tony Blair.

Secondo il documento, Gaza diventerà una "zona libera dal terrore e deradicalizzata che non rappresenti una minaccia per i suoi vicini". È prevista la ricostruzione del territorio attraverso la creazione di una zona economica speciale, con tariffe preferenziali negoziate con i paesi partecipanti. Nessun palestinese sarà costretto a lasciare Gaza, ma chi vorrà partire sarà libero di farlo e di tornare.

Un elemento cruciale del piano riguarda il disarmo di Hamas, condizione che Israele ha sempre richiesto e che il movimento islamico ha costantemente respinto. Il comunicato di Hamas parla di "fine della guerra" e "ritiro israeliano", ma non menziona il proprio futuro né la questione delle armi. I membri del movimento che rinunceranno alla lotta armata beneficeranno di un'amnistia e di un passaggio protetto verso l'estero.

L'implementazione dell'accordo prevede il dispiegamento immediato di una "Forza di stabilizzazione internazionale" temporanea che addestrerà e sosterrà le forze di polizia palestinesi verificate. Questa forza lavorerà con Israele ed Egitto per garantire la sicurezza delle aree di confine.

Il piano stabilisce che Israele non occuperà né annetterà Gaza e si ritirerà "in base a standard, tappe e tempi legati alla smilitarizzazione che saranno concordati". Questo punto è particolarmente significativo dato che membri dell'estrema destra del governo israeliano avevano chiesto l'annessione dell'enclave.

Sul fronte umanitario, l'accordo prevede l'ingresso immediato di aiuti. Un funzionario palestinese ha riferito che saranno autorizzati 400 camion di aiuti al giorno, con un aumento graduale nelle fasi successive. Le Nazioni Unite hanno già dichiarato che le loro squadre sono "completamente mobilitate per far muovere i camion su larga scala e salvare vite".

La questione palestinese rimane aperta. Il piano non garantisce la creazione di uno stato palestinese, affermando solo che con l'avanzamento della ricostruzione di Gaza e il programma di riforma dell'Autorità Palestinese, "potrebbero finalmente esserci le condizioni per un percorso credibile verso l'autodeterminazione e la statualità palestinese".

L'accordo ha suscitato celebrazioni sia a Gaza che in Israele. A Khan Younis e in altre città della Striscia, i palestinesi sono scesi in strada per festeggiare. "C'è gioia per la fine della guerra e delle uccisioni, e dolore per tutto ciò che abbiamo perso", ha dichiarato Montaser Bahja, un insegnante sfollato con la sua famiglia.

Netanyahu ha parlato di "svolta critica" e "vittoria diplomatica e morale" per Israele, invitando Trump a parlare alla Knesset. Il presidente americano, dal canto suo, ha dichiarato che "il mondo intero si è unito attorno a questo accordo", ringraziando Qatar, Egitto e Turchia per il loro ruolo di mediatori.

Restano però molte incognite. Non è chiaro come sarà organizzato il disarmo progressivo di Hamas né come un'autorità transitoria palestinese possa prendere il controllo di Gaza. Il movimento islamico ha chiesto agli Stati Uniti e agli altri garanti dell'accordo di assicurarsi che Israele non tenti di evitare o ritardare l'implementazione delle condizioni concordate.

La guerra, iniziata con l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 che ha causato circa 1.200 morti israeliani e il rapimento di 250 ostaggi, ha provocato oltre 67.000 vittime palestinesi secondo il ministero della Sanità di Gaza, tra cui più di 20.000 bambini. La maggior parte delle infrastrutture dell'enclave è stata distrutta e quasi tutti i suoi abitanti sono stati sfollati.

L'accordo rappresenta il primo vero spiraglio di pace dopo due anni di conflitto devastante. Ma come ha sottolineato l'inviato speciale delle Nazioni Unite Tom Fletcher, ora è cruciale "far uscire gli ostaggi e far entrare rapidamente gli aiuti". Il successo di questa prima fase determinerà se il piano di Trump potrà davvero portare a quella "pace forte, duratura ed eterna" promessa dal presidente americano.

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