Congresso USA in stallo sul budget federale, sempre più elevato il rischio di uno shutdown a marzo
Il tempo stringe per evitare la paralisi delle attività governative mentre i negoziati si complicano per le tensioni tra Democratici e Repubblicani sulla riorganizzazione dell'apparato federale voluta dal presidente Trump.
La corsa contro il tempo per evitare uno shutdown del governo federale americano si fa sempre più serrata, con il Congresso che ha ormai meno di un mese per trovare un accordo ed approvare le misure necessarie a prevenire una paralisi delle attività governative.
Il termine ultimo del 14 marzo si avvicina rapidamente, mentre i negoziati tra le parti si fanno sempre più complessi a causa delle divergenze sulla riorganizzazione dell'Amministrazione federale promossa dal presidente Trump.
Negoziati in salita
I negoziatori di entrambi gli schieramenti sono al lavoro da settimane per definire i 12 disegni di legge di finanziamento annuali che dovrebbero ottenere un sostegno bipartisan in entrambe le camere prima di arrivare sulla scrivania del presidente Trump per la firma.
La tensione è aumentata in particolare a causa del ruolo a dir poco controverso di Elon Musk e del suo Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE).
La deputata democratica Rosa DeLauro ha criticato apertamente l'interferenza di quella che ha definito "una terza parte senza autorità né legittimità" nelle trattative, riferendosi proprio a Musk.
Le opzioni sul tavolo
Una delle possibilità considerate per sbloccare l'impasse è l'adozione di una misura provvisoria (continuing resolution, CR) per estendere i fondi in essere fino alla fine dell'anno fiscale.
Lo Speaker repubblicano della Camera Mike Johnson non ha escluso questa opzione, che trova il sostegno di alcuni conservatori interessati a mantenere i livelli di spesa invariati fino a settembre.
Tuttavia, non mancano le resistenze. Mike Rogers, presidente repubblicano della Commissione Forze Armate della Camera, ha definito l'idea di una CR annuale come "un approccio da incompetenti", specificando che potrebbe sostenerla solo se venisse garantita una protezione specifica per il budget della difesa.
La strategia della budget
I Repubblicani stanno valutando l'utilizzo della procedura di "budget reconciliation" per far passare uno stanziamento separato di fondi per aumentare le risorse a disposizione per il controllo delle frontiere e la difesa.
Questa manovra permetterebbe loro di aggirare la soglia dei 60 voti necessari al Senato per l'approvazione della maggior parte delle leggi e quindi la necessità di ottenere voti democratici, almeno su questo pacchetto.
Il senatore Lindsey Graham, presidente della Commissione Bilancio del Senato, sostiene l'importanza di approvare 150 miliardi di dollari di nuovi fondi prima del 14 marzo, sottolineando come questo cambierebbe radicalmente le discussioni sul finanziamento del governo.
Tuttavia, alla Camera i repubblicani possono contare su una maggioranza di un solo seggio di scarto, e quindi se vorranno davvero procedere su questa strada dovranno trovare un accordo unanime tra tutti i membri del proprio gruppo parlamentare.
Il rischio di tagli automatici in vista
Un'ulteriore complicazione è rappresentata dalla minaccia di tagli automatici ad alcuni programmi federali dopo il 30 aprile, conseguenza di un precedente accordo tra i leader repubblicani e l'ex presidente Biden in cambio dell'accordo sull'innalzamento del tetto del debito nel 2023.
Secondo Mark Amodei, responsabile della sottocommissione che supervisiona i finanziamenti per il Dipartimento della Sicurezza Interna, le parti sono ancora distanti per circa 14 miliardi di dollari nelle discussioni sui massimali di spesa.
Una cifra che, pur significativa in termini assoluti, rappresenta però solo una piccola frazione del budget complessivo.