Caos alla Camera: Mike Johnson annulla le altre votazioni dopo la sconfitta sul voto per procura per i neo-genitori

Lo Speaker della Camera è stato sconfitto da una ribellione interna al partito repubblicano sulla proposta di consentire il voto per procura ai deputati neogenitori.

Lo Speaker della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson (R-Louisiana) ha annullato metà delle votazioni settimanali dopo aver fallito nel contenere una rivolta all'interno del proprio Partito riguardante il voto per procura.

Questa rappresenta la sua più grande sconfitta in aula del 2025 finora e, significativamente, il primo voto in cui il presidente Trump non gli ha fornito supporto.

La Camera ha votato contro il tentativo di bloccare la deputata Anna Paulina Luna (R-Florida) dal forzare il voto in aula su un progetto di legge che avrebbe permesso ai membri della Camera neo-genitori di votare per procura.

Luna aveva ottenuto le 218 firme necessarie sulla "discharge petition" per forzare la votazione con o senza l'approvazione di Johnson, incluse quelle di una decina di deputati repubblicani.

Johnson, fermo oppositore di qualsiasi forma di voto per procura al Congresso, ha comunque tentato di fermarla.

Lo Speaker ha cercato di mettere i repubblicani con le spalle al muro legando la modifica del regolamento ad una proposta di legge repubblicana che vuole richiedere la prova della cittadinanza per il voto alle elezioni federali.

Il risultato finale è stato un voto di 206-222 contro la manovra di Johnson, con Luna e altri 8 deputati repubblicani che hanno rotto i ranghi del proprio partito. Dei deputati repubblicani che hanno votato con Luna, solo in 3 avevano in precedenza firmato la sua "discharge petition".

Il risultato del voto in aula

Uno di loro, il deputato Ryan Mackenzie (R-Pennsylvania), ha dichiarato ad Axios che la modifica del regolamento sul voto per procura "dovrebbe ottenere un proprio voto autonomo".

"Ho votato 'no' perché non mi piace che sia inserita in un pacchetto come questo e penso che dovrebbe essere valutata autonomamente sui propri meriti", ha aggiunto.

In effetti la tattica aggressiva usata da Johnson potrebbe essersi ritorte contro di lui, aggiungendo rabbia personale alle obiezioni procedurali di alcuni dei deputati dissidenti.

Il deputato Max Miller (R-Ohio), parlando del suo voto contro la proposta dello Speaker ha detto:

"Chiederei [a Johnson] perché ha cercato di fare questo".

Diversi altri deputati repubblicani hanno espresso la sensazione che lo Speaker stesse agendo in modo troppo autoritario cercando di ignorare la volontà della maggioranza della Camera.

Dopo la sconfitta in aula, Johnson ha comunque dichiarato: "L'abbattimento di quel regolamento significa che non possiamo avere ulteriori voti in aula questa settimana".

Tuttavia lo Speaker ha definito "molto deludente" che un "manipolo" dei membri del suo Partito abbia rotto i ranghi su una misura procedurale presentata dai repubblicani, aggiungendo laconicamente: "Questo raramente accade".

Oltre al disegno di legge sull'obbligo della prova di cittadinanza per votare, Johnson ha affermato che la Camera avrebbe dovuto votare anche su alcuni progetti di legge per annullare le normative dell'era Biden e limitare il potere dei giudici federali di emettere ingiunzioni a livello nazionale.

Nonostante un difficile 118° Congresso con una maggioranza estremamente risicata su cui contare, Johnson era stato in grado di ottenere diverse vittorie insperate sino ad ora.

È prevalso contro i detrattori nella sua rielezione come Speaker ed è riuscito ad ottenere l'approvazione di una risoluzione di bilancio con i soli voti repubblicani. E' stato anche in grado di tenere unito il suo partito su un disegno di legge per evitare la chiusura del governo federale fino a settembre.

In tutte queste battaglie, Johnson aveva però con se un'arma segreta: il presidente Trump, che aveva un interesse diretto nel risultato di ciascuna e ha fatto telefonate a favore di Johnson.

La lotta sul voto per procura era invece una questione interamente interna alla Camera in cui Trump non aveva praticamente alcun interesse.

Il deputato Tim Burchett (R-Tennessee), uno dei più stretti alleati di Luna, ha risposto "assolutamente no" quando gli è stato chiesto se il presidente avesse fatto qualche telefonata questa volta.

Tecnicamente, Johnson ha ora due giorni lavorativi per portare la modifica del regolamento di Luna al voto, ma i deputati repubblicani non sono sicuri se tenterà di usare altri trucchi per impedire che arrivi in aula.

"Questo voto sul pacchetto di regole è stato un nuovo sviluppo", ha detto Mackenzie, "quindi non azzarderei nemmeno a indovinare quale sia il prossimo passo".

Il capogruppo della maggioranza repubblicana Tom Emmer (R-Minnesota), interrogato sulla possibilità che i repubblicani possano continuare a cercare di bloccare la proposta di Luna, ha detto ad Axios:

"Vedremo. ... Mike Johnson ha chiarito che non sosterrà il voto per procura".

Parte di questa posizione potrebbe essere dovuta alla pressione del Freedom Caucus, che si oppone fermamente al voto per procura e potrebbe, in teoria, unirsi per tentare di destituire Johnson come Speaker.

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