Calo dell'interesse dei lavoratori stranieri per gli Stati Uniti: settori chiave a rischio carenze
Secondo un rapporto di Indeed, le candidature internazionali per impieghi negli Stati Uniti sono in netto calo. In difficoltà sanità ed edilizia, settori fortemente dipendenti dalla manodopera immigrata.

L’interesse dei lavoratori stranieri verso opportunità di impiego negli Stati Uniti ha subito un calo significativa negli ultimi mesi, secondo quanto evidenziato in un nuovo rapporto pubblicato da Indeed. Il portale di ricerca lavoro ha registrato una diminuzione marcata delle visualizzazioni internazionali degli annunci di lavoro statunitensi, segnalando un trend preoccupante per diversi settori economici che si affidano strutturalmente alla manodopera immigrata.
I dati raccolti mostrano come i clic provenienti da indirizzi IP esterni agli Stati Uniti fossero in aumento a partire dalla metà del 2021, in corrispondenza della ripresa del mercato del lavoro seguita alla fase più acuta della pandemia. Il massimo di interesse è stato raggiunto nell’agosto del 2023, quando le ricerche provenienti dall’estero rappresentavano il 2,4% del totale delle visualizzazioni di annunci di lavoro negli Stati Uniti. Tuttavia, questa tendenza si è invertita: a marzo 2025 la quota è scesa all’1,7%, segnando un calo costante nell’arco di un anno e mezzo.
Il fenomeno assume una rilevanza particolare per settori come quello sanitario e quello edile. Secondo i dati forniti dal Niskanen Center e riportati nel rapporto di Indeed, gli immigrati costituiscono il 40% degli assistenti sanitari domiciliari e il 26% dei medici e chirurghi attivi negli Stati Uniti. Si tratta di professioni in cui la domanda rimane elevata a prescindere dalle condizioni economiche generali, il che rende il calo dell’interesse da parte di lavoratori stranieri una possibile criticità per la continuità operativa di numerose strutture sanitarie.
Le cause identificate nel rapporto sono principalmente due: da un lato, un generale rallentamento del mercato del lavoro statunitense, dall’altro un inasprimento delle politiche migratorie. Quest’ultimo fattore ha avuto inizio sotto l’amministrazione Biden, ma si sta intensificando con l’attuale presidenza Trump. Questa tendenza sta alimentando le preoccupazioni di molte aziende rispetto alla possibilità di non riuscire a coprire posizioni lavorative fondamentali.
Il rapporto ha analizzato anche il contesto internazionale, osservando dinamiche simili in altri paesi. Australia, Canada e Germania hanno infatti registrato un calo parallelo dell’interesse da parte di candidati esteri. In questi casi, la flessione appare correlata sia a un raffreddamento dei mercati del lavoro nazionali sia a politiche migratorie più restrittive adottate negli ultimi anni.
Un ulteriore elemento emerso, sebbene ancora non confermato con piena evidenza dai dati, è l’ipotesi che il mercato del lavoro possa seguire dinamiche simili a quelle osservate nel settore turistico. Recenti analisi suggeriscono infatti una minore propensione da parte dei turisti internazionali a visitare gli Stati Uniti, attribuita a una percezione crescente di ostilità nei confronti degli stranieri. Secondo il rapporto, un sentimento analogo potrebbe ora influenzare anche la disponibilità dei lavoratori a cercare occupazione negli Stati Uniti.