Bill e Hillary Clinton convocati dal Congresso nell’ambito dell’inchiesta su Epstein
La commissione parlamentare controllata dai repubblicani chiede conto dei legami dell’ex coppia presidenziale con il finanziere morto in carcere. Accuse anche all’amministrazione Trump per presunte pressioni nel caso Ghislaine Maxwell.

Una commissione del Congresso degli Stati Uniti a maggioranza repubblicana ha notificato l’ordine di comparizione a Bill e Hillary Clinton, nell’ambito dell’inchiesta parlamentare su Jeffrey Epstein, il finanziere accusato di crimini sessuali e morto in carcere nel 2019 prima di essere processato. L’annuncio è stato dato martedì 5 agosto. L’ex presidente è stato convocato per il 14 ottobre, mentre l’ex segretaria di Stato dovrà presentarsi il 9 ottobre.
Il presidente della commissione di vigilanza, il deputato repubblicano James Comer, ha giustificato la decisione facendo riferimento a presunti contatti tra i Clinton ed Epstein. In una lettera indirizzata a Bill Clinton, Comer ha ricordato che l’ex presidente ha viaggiato a bordo dell’aereo privato di Epstein almeno quattro volte tra il 2002 e il 2003. Non è ancora certo se i Clinton risponderanno positivamente alla convocazione.
La stessa commissione ha convocato anche sei ex ministri della giustizia e due ex direttori dell’Federal Bureau of Investigation per audizioni che si terranno tra metà agosto e metà ottobre. L’obiettivo è far luce sulle modalità con cui si è svolta l’inchiesta giudiziaria su Epstein.
La morte di Jeffrey Epstein, trovato impiccato nella sua cella a New York il 10 agosto 2019, ha alimentato numerose teorie del complotto. Secondo queste ipotesi, Epstein sarebbe stato assassinato per impedire la divulgazione di informazioni compromettenti su figure pubbliche di rilievo.
L’inchiesta parlamentare si inserisce in un contesto politico segnato da tensioni crescenti. Il presidente Donald Trump, che durante la campagna elettorale aveva promesso alla sua base nuove rivelazioni sul caso Epstein, è finito sotto accusa per aver promesso trasparenza senza mantenerla. A inizio luglio, infatti, il suo governo ha annunciato di non aver rinvenuto nuovi elementi che giustificassero la pubblicazione di ulteriori documenti.
Questo annuncio ha suscitato critiche anche all’interno del campo repubblicano. Per contenere le polemiche, la Casa Bianca ha adottato una strategia difensiva. In questo contesto si inserisce la missione del viceprocuratore generale Todd Blanche, già avvocato personale di Trump, che a fine luglio si è recato in un tribunale della Florida per interrogare Ghislaine Maxwell. La donna, ex compagna e collaboratrice di Epstein, è stata condannata per sfruttamento sessuale.
Dopo l’interrogatorio, Maxwell è stata trasferita in una prigione texana con condizioni detentive meno severe, una decisione che ha attirato forti critiche da parte dei democratici. Questi ultimi hanno accusato l’amministrazione Trump di averle concesso un trattamento di favore. L’interrogatorio previsto dalla commissione di Comer per l’11 agosto è stato rinviato a data da destinarsi. Martedì 5 agosto, gli avvocati di Maxwell hanno chiesto a un giudice federale di respingere la richiesta del ministero della giustizia di pubblicare integralmente l’inchiesta che ha portato alla sua incriminazione e condanna. Nella memoria difensiva, gli avvocati hanno sostenuto che “Jeffrey Epstein è morto, Ghislaine Maxwell no”, invocando la necessità di proteggere il segreto istruttorio.
Il caso continua a sollevare interrogativi anche sul passato del presidente Trump. Come Epstein, anche Trump faceva parte della jet-set newyorkese degli anni ’90 e 2000. La natura della relazione tra i due è tornata d’attualità dopo che lo stesso Trump ha offerto, a fine luglio, una nuova versione della loro rottura. A bordo dell’aereo presidenziale Air Force One, il presidente ha raccontato che il conflitto con Epstein sarebbe nato da un episodio legato ad alcune dipendenti del club Mar-a-Lago, in Florida, che il finanziere avrebbe “portato via”.
Finora, la Casa Bianca aveva sostenuto che Trump aveva escluso Epstein dal club circa vent’anni fa per comportamenti “devianti”, dopo una lunga amicizia. Alcuni media statunitensi avevano invece ipotizzato che la rottura fosse legata a una rivalità su un affare immobiliare in Florida.