Ben Shapiro guida la campagna per la grazia a Derek Chauvin, l'agente che uccise George Floyd

Il podcaster conservatore ha lanciato una petizione che ha già raccolto oltre 50.000 firme per chiedere al presidente Trump di concedere la grazia federale all'agente condannato per l'omicidio di George Floyd.

Ben Shapiro guida la campagna per la grazia a Derek Chauvin, l'agente che uccise George Floyd

Ben Shapiro, influente podcaster e sostenitore del presidente Trump, ha avviato una campagna online per far ottenere la grazia presidenziale a Derek Chauvin, l'ex agente di polizia condannato per l'omicidio di George Floyd nel 2020.

Il caso Chauvin divenne emblematico dopo che il video dell'agente che premeva con il ginocchio sul collo di Floyd per diversi minuti, mentre quest'ultimo ripeteva "non riesco a respirare", diventò virale scatenando manifestazioni del movimento Black Lives Matter in tutto il Paese contro gli abusi della polizia e il razzismo sistemico.

Il podcaster, i cui episodi spesso figurano nella Top 10 delle classifiche di Apple, ha lanciato la campagna all'inizio di questo mese con una petizione rivolta a Trump, superando le 50.000 firme.

Nella sua argomentazione, Shapiro sostiene che Chauvin sia stato ingiustamente condannato e che la morte di Floyd sia stata invece causata da problemi di salute preesistenti e dall'uso di droghe.

Tuttavia, il medico legale Andrew Baker, che ha eseguito l'autopsia di Floyd, ha testimoniato durante il processo per omicidio del 2021 che la costrizione e la compressione del collo di Floyd da parte di Chauvin sono state "più di quanto potesse sopportare", considerata la condizione del suo cuore.

Durante la sua testimonianza, Baker ha chiarito che "l'uso di fentanyl da parte di Floyd non ha causato la costrizione del collo", specificando invece che Floyd è morto a causa della privazione di ossigeno provocata dall'agente di polizia.

La campagna a favore di Chauvin sta attirando l'attenzione di alcune delle figure più influenti dell'area MAGA. Elon Musk ha commentato che l'idea è "qualcosa a cui pensare", mentre Charlie Kirk ha ospitato Shapiro nel suo podcast per mostrare sostegno all'iniziativa.

All'inizio di questo mese, interrogato sulla questione, Trump ha dichiarato di non essere a conoscenza dell'iniziativa per graziare l'ex agente Chauvin, nonostante la crescente visibilità della campagna promossa da Shapiro, che ha da tempo respinto l'esistenza del razzismo sistemico nel paese.

È importante sottolineare che un'eventuale grazia presidenziale influirebbe esclusivamente sulla condanna federale di Chauvin, per la quale si è dichiarato colpevole, ma non sulla sentenza emessa a livello statale.

Quest'ultima prevede una pena più lunga rispetto al caso federale, il che significa che Chauvin rimarrebbe comunque in carcere anche in caso di intervento del presidente.

Shapiro ha però dichiarato di sperare che una grazia presidenziale possa facilitare per Chauvin la possibilità di ottenere un rilascio anticipato in futuro, soprattutto se dovesse scontare la pena solo per la condanna statale.

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