Arrestato l'uomo che ha lanciato una molotov contro il corteo ebraico
Il sospettato ha lanciato bombe incendiarie gridando “Palestina libera!”: è accusato di crimine antisemita e rischia l’ergastolo. Il presidente Trump accusa Biden di aver favorito l’ingresso dell’uomo negli Stati Uniti.

Mohamed Sabry Soliman, cittadino egiziano di 45 anni, è stato formalmente incriminato per crimine d’odio dalle autorità federali statunitensi dopo aver attaccato una marcia a Boulder, in Colorado, domenica 1° giugno. L’uomo è accusato di aver lanciato due bombe incendiarie contro un gruppo di manifestanti riuniti per chiedere la liberazione degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza. L’attacco, avvenuto al grido di “Palestina libera!”, ha provocato almeno 12 feriti, due dei quali sono ancora ricoverati.
Secondo quanto riportato dalle autorità locali e federali, Soliman avrebbe pianificato l’attacco per circa un anno. Dopo l’arresto, avrebbe confessato agli investigatori di “odiare il gruppo sionista” e di “volerli vedere tutti morti”. Ha inoltre dichiarato che non si pente di quanto compiuto e che sarebbe pronto a ripetere l’azione. Il procuratore generale del Colorado, Jay Bishop Grewel, ha riferito che il sospettato aveva atteso che la figlia si diplomasse prima di passare all’azione.
L’accusa mossa contro Soliman rientra nella categoria dei “crimini motivati dall’odio”, che negli Stati Uniti comprendono atti violenti commessi contro individui in base a caratteristiche come religione, etnia, nazionalità o orientamento sessuale. In quanto reato federale aggravato, il crimine d’odio comporta pene severe: se giudicato colpevole, Soliman potrebbe essere condannato all’ergastolo. Oltre all’incriminazione federale, è stato anche accusato a livello statale per tentato omicidio e altri reati connessi.
Durante l’azione, Soliman avrebbe utilizzato un “lanciafiamme artigianale”, secondo quanto riferito dalla polizia di Boulder. Al momento dell’arresto, le forze dell’ordine hanno trovato nella sua disponibilità sedici molotov non utilizzate. Un funzionario dell’Federal Bureau of Investigation ha precisato che l’uomo sembra aver agito da solo. Secondo i media americani, Soliman è originario dell’Egitto. Aveva tentato di acquistare un’arma da fuoco, ma la richiesta era stata respinta poiché non in possesso di un permesso di soggiorno valido.
Tricia McLaughlin, portavoce del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, ha confermato che l’uomo è entrato negli Stati Uniti nell’agosto 2022 con un visto turistico (B2), poi scaduto nel febbraio 2023. Nel settembre 2022 aveva presentato domanda d’asilo, ancora in attesa di esito al momento dell’attacco.
L’organizzazione Run for Their Lives, promotrice della marcia colpita, ha descritto l’evento come “una camminata pacifica per mostrare solidarietà agli ostaggi e alle loro famiglie, e un appello per il loro rilascio”. Gli organizzatori hanno espresso sgomento per quanto accaduto, mentre l’opinione pubblica si interroga sull’incremento degli atti di violenza motivati da ragioni ideologiche e religiose.
La ministra della giustizia Pam Bondi ha confermato l’incriminazione per crimine motivato dall’odio e ha sottolineato che il Dipartimento di giustizia “non tollererà mai questo tipo di odio”. “Ci rifiutiamo di accettare un mondo in cui gli americani ebrei vengano presi di mira per quello che sono e quello in cui credono”, ha dichiarato in una nota ufficiale.
L’episodio di Boulder è avvenuto pochi giorni dopo un altro grave fatto di cronaca: l’uccisione di due dipendenti dell’ambasciata israeliana nei pressi del Capital Jewish Museum a Washington. Anche in quell’occasione, il responsabile aveva gridato “Palestina libera!” prima di aprire il fuoco. L’aggressore è stato arrestato e accusato di omicidio.
La risposta politica all’attacco non si è fatta attendere. Il presidente Donald Trump ha condannato l’episodio come “intollerabile negli Stati Uniti” e ha espresso solidarietà alle vittime e alla città di Boulder. In un post sul suo social network Truth Social, Trump ha anche attaccato duramente l’amministrazione del suo predecessore, Joe Biden, accusandola di aver permesso l’ingresso nel Paese dell’attentatore. “È entrato attraverso la ridicola politica delle frontiere aperte di Biden, che ha ferito così gravemente il nostro Paese”, ha scritto. “Deve uscire sotto la politica TRUMP.”
Trump ha inoltre ribadito la necessità di rafforzare i controlli alle frontiere e di espellere gli immigrati in situazione irregolare definiti come “radicali anti-americani”. Il presidente ha promesso che “gli atti di terrorismo saranno perseguiti nella massima misura della legge”.
Anche il Federal Bureau of Investigation ha aperto un’inchiesta sul caso, considerandolo un possibile atto di terrorismo. Il direttore Kash Patel ha parlato, attraverso il social X, di “un attacco terroristico mirato”. Il ministro degli affari esteri israeliano, Gideon Saar, ha commentato: “È antisemitismo allo stato puro”