Arrestati 475 lavoratori sudcoreani in una fabbrica in Georgia
Le autorità federali hanno arrestato centinaia di cittadini sudcoreani nello stabilimento Hyundai-LG Energy Solution in costruzione in Georgia.

Le autorità federali statunitensi hanno arrestato 475 persone, in gran parte cittadini sudcoreani, presso la fabbrica di batterie per auto elettriche Hyundai-LG Energy Solution in costruzione a Ellabell, in Georgia. Si tratta di uno dei più ampi interventi sul lavoro realizzati dall’Immigration and Customs Enforcement (ICE) sotto la presidenza di Donald Trump e segna un nuovo fronte nella campagna della Casa Bianca contro l’immigrazione irregolare.
I video diffusi dall’ICE mostrano persone ammanettate alle caviglie, ai polsi e alla vita all’esterno dello stabilimento. L’agenzia ha spiegato che, durante l’esecuzione di un mandato federale, ha scoperto l’uso fraudolento di visti da visitatore da parte di alcuni lavoratori. Molti degli arrestati erano entrati con visti B-1, destinati a incontri di lavoro, o tramite programmi di esenzione dal visto. Diversi lavoravano per subappaltatori coinvolti nella costruzione.
Secondo avvocati specializzati in immigrazione, le norme che regolano queste modalità di ingresso restano “alquanto ambigue”. In particolare, alcune persone erano presenti negli Stati Uniti in base a una disposizione che permette ai fornitori di un’azienda americana di contribuire all’installazione di attrezzature.
Tom Homan, responsabile per le frontiere del presidente Trump, ha dichiarato alla CNN che “ci saranno molte più operazioni di controllo sui luoghi di lavoro”, sostenendo che l’assunzione di stranieri presenti illegalmente negli Stati Uniti danneggia i salari degli americani.
Il segretario alla Sicurezza Nazionale Kristi Noem, parlando da Londra al termine di un incontro dei ministri dei “Five Eyes” (Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda), ha affermato che il raid non scoraggerà gli investimenti. “Questa è una grande opportunità per assicurarci che tutte le aziende siano rassicurate sul fatto che quando vengono negli Stati Uniti, sapranno quali sono le regole del gioco”, ha detto.
Secondo analisti come Overby del DGA Group, i settori più esposti a controlli di questo tipo sono quelli che necessitano di manodopera altamente qualificata proveniente dall’estero, come la produzione di batterie, la cantieristica navale e i semiconduttori. In questi comparti la carenza di competenze locali spinge le aziende a ricorrere a lavoratori asiatici.
La questione è diventata particolarmente sensibile dopo l’annuncio della Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), che investirà 165 miliardi di dollari per costruire sei impianti di produzione di chip, due strutture di confezionamento avanzato e un centro di ricerca e sviluppo in Arizona. Sarebbe il più grande investimento greenfield nella storia degli Stati Uniti. Persone vicine a TSMC hanno affermato che il raid in Georgia è stato considerato un “caso speciale” e che l’azienda taiwanese non rischia interventi simili, anche se TSMC ha preferito non commentare.
Tuttavia, diversi dirigenti taiwanesi hanno sottolineato come l’episodio abbia creato un clima di incertezza nella comunità imprenditoriale straniera. “Forse Trump l’ha fatto per qualche ragione politica, per mandare un messaggio al governo sudcoreano”, ha dichiarato uno di loro, aggiungendo che “il governo degli Stati Uniti è diventato molto diverso e imprevedibile ora”.