Il crollo del consenso tra i latinos mette a rischio Trump alle elezioni del 2026

Secondo una indagine del Pew Research Center, un quinto degli elettori latini che avevano votato per Trump nel 2024 ora disapprova la sua presidenza. Il fenomeno rischia di compromettere la maggioranza repubblicana alla Camera nelle elezioni di midterm del 2026.

Il crollo del consenso tra i latinos mette a rischio Trump alle elezioni del 2026

Nel novembre 2024, Donald Trump aveva ottenuto risultati storici tra gli elettori di origine latinos, conquistando circa il 45% dei loro voti – la percentuale più alta mai raggiunta da un candidato repubblicano alla presidenza in questo gruppo demografico. I progressi erano stati trasversali: dal sud del Texas al sud del Bronx, coinvolgendo elettori di origine messicana, dominicana, portoricana e comunità di origine centroamericane. Trump aveva conquistato per la prima volta la maggioranza degli uomini latinos, ma aveva ottenuto ottimi risultati anche tra le donne latino americane, i laureati e i cattolici.

Poco più di un anno dopo, il quadro è però radicalmente cambiato. Un sondaggio del Pew Research Center pubblicato a fine novembre – che ha coinvolto circa 5.000 elettori di origine latino americana – mostra un declino altrettanto trasversale quanto l’ascesa improvvisa del 2024.

Un’inversione su larga scala

I dati sono netti: il 73% delle donne latinos e il 67% degli uomini latinos disapprovano la performance da presidente di Trump. Tra gli elettori protestanti latino americani – tradizionalmente il suo segmento più forte – la disapprovazione raggiunge il 60%. Ancora più significativo è il fatto che due terzi degli uomini latinos senza laurea – il gruppo che lo aveva maggiormente sostenuto nel 2024 – ora bocciano il suo operato.

In particolare sono le politiche economiche di Trump che ricevono giudizi devastanti: il 61% degli elettori latino americani afferma che stanno vedendo peggiorare le proprie condizioni, contro solo il 15% che vede miglioramenti. Circa il 70% ritiene inoltre che Trump si stia focalizzando troppo sulle espulsioni di immigrati irregolari. Quasi 8 su 10 credono che le sue politiche economiche e sull’immigrazione stiano danneggiando la comunità latino americana, contro solo 1 su 10 che considera positive le sue politiche.

Matt Barreto, analista democratico e scienziato politico alla UCLA, spiega che molti elettori latinos avevano votato per Trump nonostante le perplessità che provavano nei suoi confronti, sperando quantomeno che potesse risollevare la loro situazione economica colpita dall’inflazione degli anni precedenti. Ma i risultati non sono arrivati, lasciando molto delusi nei confronti di Trump gli elettori della classe operaia latino americana.

Il problema delle espulsioni degli immigrati si è rivelato particolarmente divisivo nella comunità latinos. Rafael Collazo, direttore esecutivo di UnidosUS Action Fund, osserva che gli elettori latino americani che avevano sostenuto Trump credevano sinceramente che le sue misure si sarebbero concentrate solo contro gli immigrati con precedenti penali. Ora che stanno vedendo un approccio ben più ampio, molti di loro stanno cambiando opinione anche su questo argomento.

Conseguenze elettorali immediate

Le elezioni di novembre per il governatore in New Jersey e Virginia hanno già mostrato l’impatto concreto di questo spostamento lontano da Trump dell’elettorato latino americano. Le due candidate democratiche a governatori, Mikie Sherrill e Abigail Spanberger, hanno infatti conquistato circa due terzi degli elettori latinos in entrambi gli Stati – un risultato nettamente migliore di quanto ottenuto da Kamala Harris alle elezioni presidenziali di novembre 2024.

Se questa tendenza si confermasse anche nel 2026, la sopravvivenza della ristretta maggioranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti sarebbe indubbiamente in serio pericolo. I democratici stanno già puntando a guadagnare seggi con significative popolazioni di origine latino americana dall’Arizona e Colorado al New Jersey e Pennsylvania. Gli elettori latino americani saranno inoltre particolarmente decisivi in California e Texas, dove le recenti ridistribuzioni elettorali hanno creato distretti competitivi a maggioranza di elettori di origine latino americana.

In Texas, in particolare, i repubblicani hanno ridisegnato le mappe congressuali per cercare di conquistare cinque seggi attualmente detenuti dai democratici, quattro dei quali hanno una maggioranza di elettori latino americani. Ma i sondaggi del Texas Politics Project mostrano che l’indice di gradimento di Trump tra gli elettori latino americani texani è crollato da circa il 50% nell’autunno 2024 a circa il 33% di oggi. James Henson, direttore del progetto, considera questo dato come un ritorno alla norma dopo l’exploit del 2024, e avverte che chi vuole usare quei risultati come riferimento per i sondaggi sulle prossime elezioni finirà per sovrastimare l’affluenza repubblicana rispetto alla realtà.

Prospettive incerte

Gli strateghi repubblicani interpellati dalla CNN esprimono scarso ottimismo su un’inversione di questa tendenza prima delle elezioni di medio termine di novembre 2026. Il sondaggista repubblicano Daron Shaw ritiene, ad esempio, che ormai sia troppo tardi nel ciclo elettorale perché i repubblicani possano risollevare l’economia in tempo per recuperare il voto degli elettori latino americani che nel 2024 erano passati a Trump ed ora se ne sono allontanati.

Alfonso Aguilar, stratega repubblicano ispanico, teme che troppi leader del Partito Repubblicano siano rimasti accecati dall’entusiasmo per i risultati del 2024 ed ignorino le chiare prove del declino in corso. Permettere a figure polarizzanti come Stephen Miller e Kristi Noem di guidare un messaggio duro sull’immigrazione, secondo Aguilar, sta alienando gli elettori latino americani che i repubblicani avevano conquistato alle elezioni del novembre 2024.

Tuttavia, anche se i democratici recuperassero terreno nel 2026, molti analisti dubitano che questo possa segnare il ritorno ad una situazione in cui democratici consideravano il voto degli elettori latino americani come garantito, come sembravano fare in passato prima del 2024. La recente storia elettorale ha dimostrato infatti che l’identificazione di partito tra gli elettori latino americani non è rigida come in altri gruppi demografici: questi elettori tendono più facilmente di altri a cambiare lealtà in base alle condizioni immediate – economia e immigrazione – che li hanno allontanati prima dai democratici nel 2024 e ora da Trump.

Il ricambio demografico amplifica questa fluidità. Circa 1,1 milioni di cittadini di origine latino americana nati negli Stati Uniti raggiungono l’età del voto ogni anno, e due quinti di chi ha votato nel 2024 aveva espresso il primo voto in quell’elezione o nelle due precedenti. Insomma, in un elettorato che altrove sembra sempre più polarizzato nelle lealtà di partito, gli elettori latino americani rappresentano uno dei pochi segmenti ancora mobili e disposti a cambiare orientamento in base ai risultati concreti delle politiche adottate dalle varie Amministrazioni.​​​​​​​​​​​​​​​​

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