Altre crepe nei rapporti tra Washington e Kyiv: Trump scarica apertamente Zelensky

Il presidente americano mette in discussione la leadership ucraina dopo i colloqui di pace con la Russia in Arabia Saudita, dai quali Kyiv è stata esclusa.

Altre crepe nei rapporti tra Washington e Kyiv: Trump scarica apertamente Zelensky

Le relazioni tra Stati Uniti e Ucraina mostrano evidenti segni di deterioramento dopo le dichiarazioni di poco fa del presidente Donald Trump, che ha mosso pesanti critiche nei confronti dell'omologo ucraino Volodymyr Zelensky.

Le nuove tensioni sono emerse in seguito ai colloqui tra funzionari statunitensi e russi tenutisi in Arabia Saudita, dai quali l'Ucraina è stata vistosamente esclusa.

Colloqui di pace e reazioni

L'incontro di oggi, durato oltre quattro ore, ha visto la partecipazione di alti funzionari americani e russi con l'obiettivo di discutere la fine del conflitto in Ucraina e preparare un futuro vertice tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin.

Sia i rappresentanti russi che quelli americani hanno espresso soddisfazione per l'esito dei colloqui, con Trump che da Mar-a-Lago ha definito le discussioni "molto positive" manifestando maggiore fiducia nella possibilità di raggiungere un accordo di pace.

La reazione di Kyiv non si è fatta attendere. Zelensky ha denunciato pubblicamente l'esclusione dell'Ucraina dall'incontro, sottolineando come il suo governo ne sia venuto a conoscenza solo attraverso i media.

In segno di protesta, il presidente ucraino ha deciso di rinviare una visita programmata in Arabia Saudita per evitare di alimentare "false impressioni di negoziati".

Le critiche di Trump

La risposta di Trump alle lamentele ucraine è stata particolarmente dura. Il presidente americano ha espresso "delusione" per le proteste di Zelensky, sostenendo che l'Ucraina "ha avuto un posto al tavolo per tre anni" e che avrebbe potuto raggiungere un accordo con la Russia molto tempo fa.

Parlando con i giornalisti, Trump si è spinto anche oltre, intervenendo anche sulla politica interna ucraina, criticando l'imposizione della legge marziale e facendo affermazioni inesatte sul consenso di Zelensky, che ha erroneamente quantificato al 4% quando i sondaggi più recenti lo attestano intorno al 50%.

Particolarmente significativa è stata l'affermazione di Trump secondo cui l'Ucraina "non avrebbe mai dovuto iniziare" il conflitto, suggerendo implicitamente una responsabilità di Kyiv nell'avvio delle ostilità, allineandosi alle posizioni di Mosca su questo argomento.

Infine, pur esprimendo il proprio apprezzamento personale per Zelensky, il presidente americano ha apertamente criticato la leadership ucraina, accusandola di aver consentito al conflitto di protrarsi per tre anni e sostenendo che la guerra avrebbe potuto concludersi con estrema facilità in questo tempo, se solo si fosse voluto.

L'esclusione dell'Ucraina dai colloqui di pace di oggi e le successive dichiarazioni di Trump hanno ulteriormente alimentato i timori, sia a Kyiv che tra gli alleati degli Stati Uniti, di un possibile allineamento dell'Amministrazione americana alle posizioni di Mosca in vista dei futuri negoziati di pace.

Ciò avviene nonostante le rassicurazioni del Segretario di Stato, Marco Rubio, che oggi ha promesso che gli Stati Uniti di Donald Trump intendono raggiungere un accordo di pace equo senza imporre niente a nessuno.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.