Alluvioni in Texas, scienziati: il cambiamento climatico intensifica le piogge estreme

Gli esperti collegano l’evento a una tendenza globale, mentre emergono dubbi sulla preparazione locale e sui tagli proposti alla NOAA

Alluvioni in Texas, scienziati: il cambiamento climatico intensifica le piogge estreme

Le alluvioni che hanno colpito il Texas in questi giorni offrono un nuovo esempio della crescente intensità degli eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico. Diversi scienziati del clima sottolineano come le piogge torrenziali che hanno causato danni e vittime siano coerenti con le tendenze previste in un mondo che si sta riscaldando.

Daniel Swain, climatologo dell’Università della California a Los Angeles (UCLA), ha dichiarato attraverso i social media che "questo tipo di piogge da record (causate da temporali torrenziali a movimento lento) è precisamente il tipo di evento che sta aumentando più velocemente in un clima che si sta riscaldando". Secondo Swain, la dinamica osservata in Texas rientra esattamente nelle previsioni formulate dagli studiosi sul comportamento dell’atmosfera in presenza di un riscaldamento globale continuo.

Un’analisi simile arriva da Andrew Dessler, direttore del Texas Center for Extreme Weather presso la Texas A&M University. Dessler ha definito le alluvioni "esattamente quello che il futuro ci riserverà", sottolineando come le amministrazioni locali non siano ancora pronte ad affrontare un cambiamento di scala negli eventi estremi. In particolare, Dessler ha menzionato la contea di Kerr, una delle più colpite, osservando che non era preparata a gestire un evento di tale portata. Il suo appello è chiaro: i governi locali dovrebbero attrezzarsi per far fronte a "eventi estremi più numerosi e più grandi".

Anche Nicholas Pinter, professore di scienze della terra e planetarie all’Università della California, Davis (UC-Davis), conferma il collegamento tra cambiamento climatico e fenomeni alluvionali più gravi. "Il cambiamento climatico può e sta modificando quelle probabilità", ha spiegato, evidenziando come stia aumentando sia la frequenza che l’intensità delle alluvioni. Queste osservazioni scientifiche convergono in una valutazione condivisa: gli eventi di pioggia estrema sono in crescita e costituiscono una nuova normalità con cui le comunità devono imparare a convivere.

Oltre alle analisi climatiche, le inondazioni in Texas stanno sollevando dubbi sulla gestione dell’emergenza meteorologica. Secondo quanto riportato dal New York Times, ci sono interrogativi su eventuali ritardi o difficoltà nella comunicazione tra il National Weather Service e i gestori locali dell’emergenza. In particolare, la presenza di posizioni vacanti all’interno dell’agenzia di previsione potrebbe aver ostacolato il coordinamento proprio mentre le acque salivano.

Questo elemento apre un ulteriore fronte di discussione legato alla preparazione istituzionale. Le carenze nei sistemi di allerta e comunicazione emergono come un punto critico, specialmente in contesti dove la tempestività delle informazioni può fare la differenza tra la vita e la morte.

La tragedia ha anche implicazioni politiche. Come riportato dalla CNN, l’evento potrebbe influenzare i piani dell’amministrazione del presidente per ridimensionare la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). I tagli proposti, secondo l’emittente, limiterebbero lo sviluppo di nuove tecnologie di previsione, incluse quelle dedicate al monitoraggio delle alluvioni lampo. "I tagli alla ricerca NOAA arriverebbero proprio mentre il cambiamento climatico causato dall'uomo sta risultando in precipitazioni più frequenti e intense come quelle che hanno portato a questa tragedia in Texas", si legge nel servizio della CNN.

Questa contraddizione tra l’aumento dei rischi climatici e la riduzione delle risorse per affrontarli è uno dei punti centrali sollevati dagli esperti. La necessità di rafforzare la capacità di previsione e la resilienza delle comunità locali si scontra con una tendenza al contenimento della spesa pubblica nel settore scientifico.

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