Alexandria Ocasio-Cortez punta sul populismo economico per unire i Democratici

Secondo la deputata newyorkese, la contrapposizione tra progressisti e moderati non spiega la crisi del partito: per rilanciare i Democratici serve una piattaforma economica condivisa e orientata al sostegno della classe lavoratrice.

Alexandria Ocasio-Cortez punta sul populismo economico per unire i Democratici
Gage Skidmore

Nel dibattito interno al Partito Democratico statunitense, Alexandria Ocasio-Cortez propone una nuova chiave di lettura: non si tratta più di una lotta tra ali progressiste e moderate, ma di una questione di visione e volontà di combattere per la base sociale del partito. È quanto emerge da un articolo pubblicato sul New York Times a firma di Michelle Cottle, editorialista di lungo corso esperta di politica nazionale.

Ocasio-Cortez, figura di riferimento dell’ala progressista democratica e deputata eletta per la prima volta nel 2018, sostiene che l’ossessione del partito per l’equilibrio tra correnti interne stia offuscando il vero obiettivo: rappresentare gli interessi delle classi popolari. «Credo che il populismo economico sia la strada da seguire», ha dichiarato, sottolineando che questa impostazione non dovrebbe essere appannaggio esclusivo della sinistra del partito.

La parlamentare di New York ha portato questo messaggio in tour con Bernie Sanders, senatore del Vermont e storico esponente del socialismo democratico, durante la campagna “Fighting Oligarchy”. Si tratta di una serie di eventi pubblici che ha attirato migliaia di persone, con numeri degni di una campagna presidenziale: 15.000 partecipanti a Tempe, 11.000 a Greeley, 34.000 a Denver. Oltre ai contenuti, scrive Cottle, colpisce il tono emotivo di questi incontri, che intercettano la frustrazione di un elettorato democratico ancora scosso dal ritorno al potere di Donald Trump.

Per Ocasio-Cortez, uno dei limiti del dibattito interno è l’incapacità di riconoscere che anche figure non schierate apertamente a sinistra possano sostenere politiche progressiste su temi cruciali. Ha citato ad esempio Jared Golden, deputato del Maine e autodichiarato “progressista conservatore”, che appoggia la proposta di “Medicare for All”. «Dobbiamo respingere la dicotomia sinistra-destra», ha affermato, «ci sono persone che possono impegnarsi su certi temi, anche se provengono da distretti difficili».

Nonostante le differenze, il messaggio di Ocasio-Cortez trova eco anche tra colleghi meno radicali. È il caso di Ro Khanna, rappresentante californiano, che ha riconosciuto il valore del lavoro svolto da lei e Sanders per mobilitare la base e costruire un senso di comunità, in un periodo in cui le tradizionali strutture organizzative della sinistra — sindacati, associazioni civiche — appaiono indebolite.

La deputata punta anche sulla propria biografia come strumento politico. Cresciuta in un contesto di difficoltà economiche, rivendica una credibilità autentica agli occhi di quegli elettori che si sentono esclusi da un sistema percepito come elitario. «Credo che le persone debbano vedere alcuni di noi che ce l’hanno fatta partendo da situazioni difficili», ha detto, «sapere davvero cosa significa tornare a casa e trovare la luce staccata o non potersi permettere un farmaco è qualcosa che si sente nel profondo».

Con il ritorno di Trump sulla scena politica e un partito democratico in cerca di direzione, Ocasio-Cortez sembra voler colmare il vuoto di leadership con una proposta che, pur mantenendo un’impronta progressista, si offre come potenziale ponte tra le varie anime del partito. Un’apertura che si è manifestata anche in un episodio recente: dopo uno scontro con il senatore John Fetterman, noto per posizioni più moderate, ha ricevuto il sostegno di Conor Lamb, ex deputato e avversario centrista di Fetterman nel 2022. A quel punto, Ocasio-Cortez ha pubblicamente ammesso di aver sbagliato giudizio su Lamb, dimostrando una disponibilità al dialogo poco comune nella politica di oggi.

Tuttavia, restano differenze sostanziali. Golden, ad esempio, ha criticato una certa riluttanza da parte dei colleghi più a sinistra ad abbracciare una visione populista anche sul piano culturale. «Perché pensano che le persone siano divise così nettamente?», ha domandato. «Non lo sono».

Il tema del populismo — declinato in chiave economica o culturale — si conferma dunque come una delle principali linee di faglia interne ai Democratici. Ma Ocasio-Cortez, grazie alla sua popolarità, alla capacità di mobilitare e a un approccio meno divisivo rispetto agli esordi, si propone oggi come una figura in grado di parlare a un pubblico più ampio. Alcuni la considerano l’erede naturale di Sanders, altri già la immaginano candidata alla presidenza nel 2028, anche se lei stessa invita alla prudenza.

In un partito che continua a interrogarsi sul proprio futuro, il contributo di Ocasio-Cortez si distingue per l’energia e la volontà di mettere in discussione gli schemi consolidati. «Alla fine della giornata, possiamo votare in modi diversi», ha detto, «ma finché le persone sentono di potersi fidare di chi esprime quel voto, è questo che conta davvero.»

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