119 mila nuovi posti di lavoro a settembre negli USA, ma sale la disoccupazione
Il dato, pubblicato con quasi due mesi di ritardo a causa dello shutdown governativo, supera le previsioni ma mostra segnali contrastanti sul mercato del lavoro. La Federal Reserve dovrà decidere sui tassi d'interesse con informazioni limitate.
L'economia statunitense ha creato 119.000 nuovi posti di lavoro a settembre, un risultato che ha superato ampiamente le aspettative degli economisti ma che presenta ombre sulla solidità del mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è infatti salito al 4,4%, il livello più alto registrato da ottobre 2021, secondo i dati pubblicati giovedì dal Bureau of Labor Statistics.
Il report arriva con un ritardo di quasi due mesi rispetto alla data prevista, conseguenza dello shutdown governativo durato 44 giorni che ha impedito la raccolta e la pubblicazione dei dati economici. Gli economisti avevano previsto un incremento di soli 50.000 posti di lavoro, rendendo il dato effettivo una sorpresa positiva che però viene temperata dall'aumento della disoccupazione.
I numeri di luglio e agosto sono stati rivisti al ribasso per un totale combinato di 33.000 posti di lavoro in meno rispetto alle stime iniziali. In particolare, agosto ha visto una perdita di 4.000 posti di lavoro dopo la revisione, contro i 22.000 inizialmente riportati. Luglio è sceso da 79.000 a 72.000 nuovi posti.
L'incremento del tasso di disoccupazione al 4,4% rappresenta un segnale di debolezza che potrebbe influenzare le decisioni della Federal Reserve sul taglio dei tassi d'interesse. Il dato è particolarmente rilevante perché questo sarà l'ultimo report completo sull'occupazione che i membri della Fed riceveranno prima della riunione del 9-10 dicembre, quando dovranno decidere se procedere con un terzo taglio consecutivo dei tassi.
La situazione presenta elementi contrastanti che rendono difficile una valutazione univoca. Da un lato, la crescita dei posti di lavoro è stata robusta e ha superato le previsioni, suggerendo che l'economia mantiene una certa solidità. Dall'altro, l'aumento della disoccupazione indica un allentamento del mercato del lavoro che potrebbe richiedere un intervento della banca centrale.
I salari hanno registrato un incremento dello 0,2% su base mensile e del 3,8% su base annuale, leggermente inferiore alle previsioni che si attestavano rispettivamente allo 0,3% e al 3,7%. La settimana lavorativa media per i lavoratori non dirigenziali è leggermente aumentata, un segnale che le imprese potrebbero avere una domanda aggiuntiva di manodopera.
Per quanto riguarda i settori, la sanità continua a guidare la crescita occupazionale con 43.000 nuovi posti di lavoro, in linea con il ritmo mantenuto nell'ultimo anno. Il settore della ristorazione e dei bar ha contribuito con 37.000 posti, mentre l'assistenza sociale ne ha aggiunti 14.000. Le costruzioni hanno registrato un incremento di 19.000 posti di lavoro, nonostante il settore sia stato colpito dagli alti tassi d'interesse, dai dazi sui materiali da costruzione come acciaio e legname, e dalle politiche sull'immigrazione del presidente Trump.
Sul fronte negativo, i trasporti e il magazzinaggio hanno perso 25.300 posti di lavoro, trainati dalle perdite nei servizi di magazzinaggio e nelle società di corrieri. Il settore manifatturiero ha continuato a perdere occupati, con una riduzione di 6.000 posti a settembre. Questo dato contrasta con uno degli obiettivi dichiarati della politica dei dazi di Trump, che dovrebbe favorire il ritorno dei posti di lavoro nel manifatturiero. I servizi professionali e aziendali hanno registrato un calo di 20.000 posti, alimentato da una diminuzione di 16.000 nel settore del lavoro temporaneo, un indicatore che tende a diminuire durante periodi di incertezza economica.
L'occupazione nel governo federale è scesa di 3.000 posti a settembre ed è diminuita complessivamente di 97.000 dall'inizio dell'anno. Il Bureau of Labor Statistics ha precisato che i lavoratori federali in congedo retribuito o che ricevono una liquidazione continuativa vengono conteggiati come occupati nelle rilevazioni. Si prevede che i dati di ottobre, quando saranno disponibili, mostreranno un calo molto più marcato poiché molte dimissioni volontarie avvenute nei primi mesi dell'amministrazione Trump sono entrate ufficialmente in vigore quel mese.
L'indagine sulle famiglie, utilizzata per calcolare il tasso di disoccupazione, ha mostrato un quadro ancora più positivo del mercato del lavoro. Il numero totale di occupati è aumentato di 251.000 unità, mentre la forza lavoro è cresciuta di 470.000 unità raggiungendo un nuovo record di 171,2 milioni. Il tasso di partecipazione, che misura la quota della popolazione in età lavorativa che lavora o cerca lavoro, è salito al 62,4%, il livello più alto da maggio. L'aumento è arrivato interamente dalle donne in età lavorativa primaria, avvicinandosi al massimo storico raggiunto l'anno scorso.
L'aumento della disoccupazione sembra provenire dai ranghi di coloro che non cercavano lavoro, diminuiti di circa 245.000, mentre il numero di disoccupati è aumentato di circa la stessa cifra. Per i lavoratori neri la situazione rimane particolarmente difficile, con un tasso di disoccupazione del 7,5%, rimasto invariato rispetto al mese precedente, contro il 3,8% dei lavoratori bianchi.
Daniel Zhao, capo economista del sito di ricerca lavoro Glassdoor, ha commentato: "Il report di settembre mostra che il mercato del lavoro aveva ancora resilienza prima dello shutdown, battendo le aspettative, ma il quadro rimane confuso con i posti di lavoro di agosto rivisti a una perdita e il tasso di disoccupazione in aumento. Questi numeri sono una fotografia di due mesi fa e non riflettono la situazione attuale di novembre".
La Federal Reserve si trova ora in una posizione difficile. I verbali della riunione di ottobre, pubblicati mercoledì, hanno rivelato divisioni significative tra i membri del comitato. Molti funzionari hanno messo in dubbio la necessità di un taglio dei tassi a dicembre, preoccupati dall'inflazione che rimane sopra l'obiettivo del 2% e che è aumentata a causa dei dazi imposti da Trump. Dall'altro lato, diversi membri del consiglio dei governatori a Washington, che votano a ogni riunione, sostengono un altro taglio per sostenere il mercato del lavoro.
Nancy Vanden Houten, capo economista di Oxford Economics, ha dichiarato che "il report di settembre può essere retrospettivo, ma offre rassicurazione sul fatto che il mercato del lavoro non stava crollando prima dello shutdown governativo". Tuttavia, ha aggiunto che non c'è nulla nei dati che giustifichi un cambiamento nella sua previsione che la Federal Reserve lascerà invariati i tassi alla riunione di dicembre.
La mancanza di dati economici completi presenta una sfida senza precedenti per i responsabili della politica monetaria. Il prossimo report sull'occupazione non verrà pubblicato fino al 16 dicembre, circa una settimana dopo la decisione della Fed sui tassi. Inoltre, quello sarà un report combinato che includerà i dati di novembre e solo parte di quelli di ottobre, senza includere il tasso di disoccupazione per ottobre perché l'indagine sulle famiglie non può essere raccolta accuratamente dopo lo shutdown.
Giovedì il Dipartimento del Lavoro ha anche pubblicato i dati settimanali sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, i primi dal termine dello shutdown. Le richieste sono scese a 220.000 per la settimana terminata il 15 novembre, in calo di 8.000 rispetto al periodo precedente e inferiori alle previsioni di 227.000, un segnale che il mercato del lavoro mantiene una certa stabilità.
Gli operatori di mercato hanno leggermente aumentato le loro scommesse su un taglio dei tassi a dicembre dopo la pubblicazione del report, anche se le probabilità rimangono sotto il 50%. I futures sulle azioni hanno reagito positivamente ai dati, mentre i rendimenti dei titoli del Tesoro sono rimasti per lo più stabili.